Letto per voi: L’animale sociale


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David Brooks è uno dei commentatori politici più influenti d’America e scrive per il “New York Times” eppure sin dalle prime pagine sembra di leggere pagine scritte da un sociologo o da un raffinato psicobiologo del comportamento. In realtà Brooks è un acuto osservatore del mondo in cui viviamo e delle leggi che lo regolano e invece di un saggio teorico sul comportamento sceglie una narrazione più accessibile e racconta, semplicemente, la storia di una coppia spiegandone, di volta in volta, motivazioni e comportamenti. Delinea quindi, con un esempio reale, tutti i livelli in cui la vita di una persona è chiamata a mettersi in gioco, dall’individualità alla vita di relazione, dalla personalità alla ricerca del successo nel lavoro. Una storia come tante analizzata però per spiegare come la mente e l’inconscio agiscano, che lo vogliamo o no, a regolare le emozioni, le inclinazioni, i desideri, e come il tutto debba poi adattarsi alle norme sociali vigenti nel luogo e nel tempo in cui viviamo. La tesi è che non siamo il prodotto del nostro pensiero consapevole ma di ciò che avviene sotto al livello della coscienza. Le componenti mentali inconscie quindi sarebbero la porzione più estesa della mente, quella dove matura gran parte delle decisioni che riteniamo di aver preso razionalmente. La mente razionale non avrebbe quindi quel ruolo centrale che le attribuiamo nellanostra vita ma tale ruolo sarebbe dato alle emozioni, ad una mente ‘interiore’ che evidenzia come il legame con gli altri sia ineludibile, necessario e fondamentale per l’equilibrio. Come le emozioni non ci dominano ma rappresentano una sorta di mappa che ci guida durante l’esistenza. Ma non spaventatevi di questa descrizione: già a pagina 5 Brooks ci porta al centro della narrazione:  ‘un giorno d’estate un uomo e una donna si incontrarono per la prima volta’ e la teoria lascia il passo alla narrazione. Sono i genitori di Harold, uno dei protagonisti di questa storia. Rob incontra Julia ed ogni loro minuto di osservazione è condito da gradevoli  considerazioni di stampo biologico ed evoluzionistico, culturale e psicologico. Perchè lui fu colpito da lei: ‘gli standard della bellezza femminile sono praticamente gli stessi in tutto il Pianeta. Ovunque gli uomini apprezzano la pelle chiara, labbra piene, capelli lunghi e morbidi, lineamenti simmetrici e un rapporto tra fianchi e vita di 0,7’. Così come Julia valutava l’uomo a livello inconscio che le mandava messaggi chiari e rassicuranti: ‘le donne sono attratte da uomini con le pupille grandi, leggermente più vecchi, alti e frti di loro. Come l’89% delle donne non credeva all’amore a prima vista ed era meno indotta a far caso alle apparenze perchè le donne con la vista si eccitano meno degli uomini anche se percepiscono segnali positivi che diano loro l’impressione di affidabilità e intelligenza sociale. Rob inoltre era alto, fatto positivo poiché uno studio americano ha evidenziato come ogni due centimetri e mezzo in più corrispondano a seimila dollari in più di salario annuo’. I due andarono poi a pranzo: ‘la familiarità cresce con la fiducia e la gente tende a cercare persone simili a sé. Rob e Julia scorpirono di avere molto in comune, ma di solito la gente tende a sopravvalutare l’originalità della propria vita, quindi trovare punti in comune sembra sempre una sorta di miracolo, un segnale’.

E’ solo l’inizio ma spero vi abbia incuriositi. E’ un libro straordinario, uno dei pochi che ho voglia di leggere una seconda volta e nutro anche un sincera invidia per l’autore perchè è il libro che avrei voluto scrivere io stessa. E non è poco.

 

David Brooks

L’animale Sociale

Codice Edizioni

2012

euro 28,00

pp. 422

 



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