SIGNORI BAMBINI di Daniel Pennac


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signori bambiniUn piccolo grande capolavoro. Piccolo per il numero di pagine e la facilità di lettura grazie a uno “scritto-parlato” molto scorrevole, farcito qui e là di puri tocchi di classe da vero artista.
Grande perché ci vuole tutto il genio di uno scrittore per dare vita a una simile opera, nella quale vengono trattati temi molto comuni e, in un certo modo, abusati in passato, come il rapporto tra professori e alunni, quello tra genitori e figli e, non di meno, quello intra-adolescenziale. Temi conosciuti, ma abilmente reinventati in un modo totalmente diverso dalla penna di Pennac.
Nel corso della narrazione viene ribadito un concetto che può essere interpretato con una sua propria duplice sentenziosità: “immaginazione non significa menzogna”. Da una parte, è un chiaro invito a liberare l’immaginazione, dall’altra è una critica al mondo adulto che spesso preferisce la menzogna alla capacità di fantasticare.
La storia viene narrata da Pierre, padre di uno dei ragazzi protagonisti, morto di Aids. Proprio questa prospettiva dona alla novella un gusto agrodolce che fa divertire con una satira esplicitamente singolare; che fa riflettere sul significato della vita e della morte, con aforismi lasciati nei punti giusti della storia, come “morire significa seppellire tutti in una volta sola.”
Una splendida particolarità di questo romanzo editato in Italia nel 1998 da Feltrinelli Editore, arriva da un gioco. Un gioco semplice e intrigante, fatto tra Daniel Pennac e il suo amico e regista Pierre Boutron. Entrambi hanno raccontato la stessa storia, l’uno su carta, l’altro su pellicola. La regola del gioco imponeva che fino alla conclusione, nessuno dei due avrebbe potuto vedere l’opera dell’altro.
Quindi, Signori bambini, è anche un film uscito nello stesso periodo della pubblicazione del libro. Una grande trovata, che ha sicuramente fatto da stimolo per entrambi gli artisti.
Non è un caso, quindi, che nel romanzo di Pennac, il narratore si chiami proprio Pierre.
Vivamente consigliata, questa storia per adulti un po’ bambini, e per bambini smaniosi di diventare adulti.

Aristide Capuzzo

 

DANIEL PENNAC – All’anagrafe, Daniel Pennacchioni, nato il 1° dicembre 1944 a Casablanca. Scrittore francese di gran fama, come molti geni ha avuto una vita scolastica indisciplinata e infarcita di pessimi voti, fino a quando un professore ha notato la sua predisposizione e passione per la scrittura. Da quel momento, Pennac esce dal bozzolo, arrivando a laurearsi in lettere all’Università di Nizza e a iniziare una carriera come insegnante, portata avanti contemporaneamente alla sua passione. Molto noto per aver dato vita al personaggio di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, si è cimentato anche in racconti per bambini, saggi, testi teatrali, monologhi e romanzi gialli. Vincitore di svariati premi (Premio Polar di Le Mans-1987, Premio Cento-1993, Premio Grinzane Cavour-2002, Premio Renaudot-2007), viene insignito dalla Legion d’onore per le arti e la letteratura, nel 2005. L’ultimo suo lavoro, uscito nel 2012 è Storia di un corpo.



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