7 consigli per imparare a perdonare


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“Perdonare significa liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu” (Lewis B. Smedes)

SONY DSCMolte persone hanno una concezione negativa di perdono. Perdonare non significa fare finta che non sia successo nulla e porgere l’altra guancia. Come scrivo in Tutta un’Altra Vitaper-dono significa regalo. Il perdono è un dono che facciamo prima di tutto a noi stessi. Significa lasciare andare il carico emotivo, togliersi la zavorra del passato dalle spalle. A cosa serve continuare a portare addosso i pesi di ciò che è accaduto? Non possiamo muoverci verso il nuovo se siamo trattenuti dalle vecchie catene. Perdonare significa curare le ferite riportate con un balsamo composto da accettazione, pace e amore per noi stessi e muoversi verso la propria felicità. È in questo modo che facciamo di nuovo spazio nel nostro cuore. È solo così che ci diamo finalmente il permesso di andare avanti verso la nostra visione, che si tratti di un nuova relazione, un nuovo lavoro, una nuova opportunità. Mantenendo le porte chiuse per non essere feriti non permettiamo nemmeno alla luce del sole di entrare. Se non pratichiamo il perdono rimaniamo bloccati nelle sofferenze del passato. È proprio mollando la presa che riacquistiamo la libertà. Ecco allora 7 consigli per imparare a perdonare.

 

1. Sii consapevole del fatto che puoi scegliere

Non possiamo controllare le azioni degli altri, ma possiamo controllare le nostre reazioni ad esse e i nostri pensieri. Rientra nella tua zona di potere e sta a te scegliere di utilizzarlo lasciandoti alle spalle il circolo di rancore e sofferenza. E’ ciò che chiamiamo “responsabilità”. Essere responsabili significa riappropriarsi dell’abilità di rispondere agli eventi. Vuol dire usare la nostra abilità di cambiamento. Essere in grado di dare le risposte più funzionali alle domande che i problemi della vita ci pongono. E significa farlo nella quotidianità attraverso la nostra condotta, le nostre azioni, le nostre parole, a casa e al lavoro, quando siamo da soli e quando siamo con gli altri. Comprendere questo meccanismo ci aiuta anche a creare rapporti più sani, aperti, onesti ed efficaci.

2. Sii grato per ciò che quella persona ti ha insegnato
Ogni persona che incontriamo lungo il nostro cammino ci insegna qualcosa e ci fa crescere, anche chi ci fa del male. Sii riconoscente e grato per ciò che quella persona ti ha dato e come ha arricchito la tua vita. Riuscire a augurarle di essere ancora felice è un grande passo in avanti nel processo di perdono. Per aiutarti, prova questi due esercizi tratti sempre da Tutta un’Altra Vita:

a) Lettera di perdono: scegli una persona importante verso cui senti del rancore, che sai di non avere ancora completamente perdonato. Scrivile una lettera in cui esprimi il tuo perdono e se puoi anche la tua gratitudine. Spediscigliela o consegnagliela a mano.

b) Lascia andare il dolore: mettiti davanti ad uno specchio, anche piccolo. Concentra lo sguardo verso i tuoi occhi. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima: parla alla tua anima mentre pronunci delle frasi di perdono. Per esempio: “Mamma, ti perdono per avermi trascurato”, “Giuseppe, ti perdono per avermi tradito”. Prosegui a ruota libera fino a quando non senti che hai fatto un passo avanti nel perdono. È possibile che tra i soggetti da perdonare compaia anche tu o Dio o persone a cui razionalmente non avresti mai pensato. Va benissimo, capita spesso ed è parte del processo di guarigione, non giudicare.

3. Amati e smettila di criticarti
Continuare a rimproverarti per quello che è stato non serve a nulla, se non a farti ulteriormente del male. Coltiva il sentimento della compassione verso te stesso. Amati esattamente per quello che sei, con i tuoi punti di forza e di debolezza. Rivolgi a te stesso parole di amore e lascia che questa incredibile forza si espanda nel tuo cuore. Il tempo guarisce le ferite del cuore, della mente e del corpo…sii paziente e lascia fare alla natura il suo corso.

4. Non criticare gli altri
Occorre coltivare il sentimento della compassione anche nei confronti degli altri. Invece di accusare e criticare le altre persone, cerca di pensare secondo il loro punto di vista. Perché quella persona ha avuto quel comportamento? Come si è sentita subito dopo? Non significa giustificare le azioni altrui, ma dimostrare empatia, che come scrivo in Mi Merito il Meglio è il cuore dell’intelligenza emozionale e implica la capacità di fare esperienza delle sensazioni di un’altra persona senza per questo perdere la nostra identità.

5. Cambia punto di vista
Molto spesso ci focalizziamo solo sugli aspetti negativi di una situazione, ignorando quasi completamente quelli positivi che comunque sono sempre presenti. Cerca di cambiare punto di vista e identificarne almeno 5, come per esempio chi ti ha sostenuto durante quei momenti difficili, le loro parole di incoraggiamento e i loro gesti di amicizia e generosità. Guarda la natura e stupisciti delle sue meraviglie, dei suoi doni che sono lì anche per te.

6. Pensa positivo

A quante persone hai raccontato delle tue esperienze negative nell’ultima settimana? Questo non è un atteggiamento costruttivo perché ogni volta che lo fai stai mettendo un paletto nella tua mente che ti impedisce di andare oltre, esattamente quello di cui hai bisogno adesso. Deprimersi ha conseguenze sul piano emotivo, fisico, mentale e spirituale. Meglio concentrare le proprie energie mentali su pensieri potenzianti per andare verso la vita che desideri.

7. Vivi qui e ora

Il momento presente è l’unico che esiste, il passato è passato e il futuro non esiste. Il respiro è un ottimo modo per riportarci nel momento presente. Ogni volta che senti rabbia, frustrazione, agitazione, fai un respiro profondo e concentrati sull’aria che entra dal naso con l’inspirazione e esce dalla bocca con l’espirazione. Senti come sei già più calmo e rilassato. Un solo respiro è sufficiente per fare spazio laddove c’erano pensieri e tensioni che si accumulavano.

Lucia Giovannini



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