Peppe Sollazzo al San Ferdinando


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Il 16/6/2014 nell’ambito del Napoli Teatro Festival al teatro San Ferdinando è andato in scena lo spettacolo ”Il giorno in cui ci siamo incontrati e non ci siamo riconosciuti” con la regia di Giuseppe Sollazzo. Trenta attori di varie nazionalità, sprovvisti dello scudo a volte ipocrita delle parole, hanno dato vita al gioco scenico dell’esistenza.
Un lavoro registico artigianale, nel senso artistico della parola, ha creato su un palco vuoto, dal punto di vista scenografico, una immaginaria strada metropolitana di periferia e non, dove l’occhio di un artigiano, dall’angolo della sua bottega, osserva e interiorizza gli accadimenti che scorrono davanti ai suoi occhi senza giudicare, ma filtrandoli attraverso le trasparenze della fantasia. Quanta vita ha incamerato quell’occhio fotografico e cesellandola con lo scalpellino del grottesco circense l’ha ridonata, ad un pubblico attento, in piccole foto di quadretti di vita reale.
Protagonisti: la melodia di una piccola armonica; un mazzolino di fiori che passa di mano in mano; pacchi e pacchetti fluttuanti come le pieghe del vestito indossato dalla donna che li porta; una mela che scende dall’alto a rubare l’innocenza verginale; ed, infine, una spada brandita con infantile vigoria.
Storie sconosciute e avvertite tra crocerossine e ideologie. Tempi passati, perduti e da dimenticare. Tempi nuovi, da vivere, rubare e condannare. Marionette che camminano, maschere scheletriche di uomini senza vita propria, pulcinella infernali tra prostitute sottomesse, bambini allegorici di fatti reali e agiografici, matti vaganti e vecchi in mutande. L’amore venduto al mercato e la vita svenduta agli oppiacei. Preti partecipi al banchetto della spartizione dell’uomo, tra vecchi ruffiani travestiti da legali della legge.
Il grottesco e il surreale si profila man mano nei colori  e nei movimenti di scena. Il rallenty, sapientemente dosato, dà alla costruzione un lungo respiro dalla vertigine del movimento. Ed infine, musiche di scena appropriate creano atmosfere sfuggenti ed esplosive in vite parallele. Un lungo applauso finale dalla platea augura un sicuro successo al futuro dello spettacolo.

Anna D’Ambra 



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