Le dame dei Pollaiolo


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26. Piero del Pollai#4BEE50

Dal 7 novembre 2014 al 16 febbraio 2015 il Museo Poldi Pezzoli presenta, con il sostegno di Fondazione Bracco, una preziosa esposizione che ha l’obiettivo di riunire una selezione di opere di grande qualità provenienti dalle botteghe di due dei più famosi artisti del XV secolo – Antonio e Piero del Pollaiolo – e che vuole essere l’occasione per far conoscere al pubblico il grande talento e i molteplici interessi che hanno animato l’attività dei fratelli.
Gli artisti
Antonio (Firenze 1431/1432 – Roma 1498) e Piero di Jacopo Benci (1441/1442 – ante 1496), detti del Pollaiolo a causa dell’attività svolta dal padre, venditore di polli nel mercato vecchio di Firenze, furono tra i maggiori protagonisti del Rinascimento fiorentino del XV secolo.
Antonio del Pollaiolo, il maggiore d’età, fu innanzitutto orafo, ma la sua versatilità tecnica e la sua capacità nel disegno gli permisero di realizzare anche incisioni, oltre a dipinti e sculture. La sua è “la storia del successo di un uomo che, nato in una famiglia umile, divenne uno dei maestri più celebri e contesi del suo tempo”, racconta Aldo Galli, curatore dell’esposizione. Piero fu invece esclusivamente pittore: realizzò numerosi dipinti per committenze pubbliche e private, forse avvalendosi dei disegni di Antonio. Insieme a loro collaborava un terzo fratello, Silvestro, scomparso prematuramente.
Le opere
La mostra Le dame dei Pollaiolo. Una bottega fiorentina del Rinascimento, che intende ripercorrere la storia della fortuna artistica dei fratelli fiorentini, ha avuto come naturale punto di partenza il simbolo del Museo Poldi Pezzoli: il Ritratto di giovane donna di Piero del Pollaiolo, eletto ad effige della casa museo dai milanesi stessi e considerato uno dei maggiori capolavori della ritrattistica della seconda metà del ‘400. Accanto alla dama cittadina vengono riuniti per la prima volta nella loro storia gli altri tre ritratti attribuiti nel tempo ai fratelli Pollaiolo, grazie a importanti prestiti da istituzioni nazionali e internazionali: la Gemäldegalerie di Berlino, il Metropolitan Museum of Art di New York e la Galleria degli Uffizi di Firenze.
“Questi quattro splendidi ritratti femminili interpretano in modo straordinario lo spirito del Rinascimento, culla del genio e del saper fare italiano”, afferma Diana Bracco, Presidente della Fondazione Bracco. “Le dame dei Pollaiolo ci sono sembrate pertanto delle perfette ambasciatrici di quello spirito che faremo rivivere nel Padiglione Italia dell’Expo 2015, e in particolare negli spazi dedicati a Women & Expo. Fondazione Bracco è felice di sostenere questo grande progetto internazionale del Museo Poldi Pezzoli che lega arte, scienza e attenzione alle donne, tre temi che sono il fil-rouge della nostra attività filantropica”.
I dipinti delle quattro dame, probabilmente appartenenti al genere del “ritratto nuziale”, sono un mezzo per conoscere la società di fine Medioevo e sono segno tangibile della bravura dell’artista: la sua abilità si misura, infatti, anche nella capacità di saper restituire la bellezza e la preziosità degli oggetti raffigurati. Questi ultimi non erano mai di pura invenzione, ma venivano appositamente realizzati da artigiani e poi riprodotti nei dipinti. I ritratti delle quattro dame raffigurano quindi un campionario delle capacità tecniche e del gusto raffinato custodito nelle botteghe del Rinascimento, non da ultime quelle dei fratelli Pollaiolo.
Oltre ai ritratti delle quattro dame, vengono esposti anche splendidi dipinti di medio e piccolo formato capaci di evidenziare le differenze tra la cultura pittorica di Antonio, caratterizzata da un disegno vigoroso e carico di energia, e quella di Piero, più preziosa e materica, attenta alla sfumature e alle trasparenze.
A testimonianza dell’ampiezza e della complessità degli interessi e del talento di Antonio, l’esposizione raccoglie inoltre molteplici capolavori provenienti dalla sua bottega e risultato di diversi campi di applicazione: disegni, sculture in bronzo e terracotta e altre opere preziose, come scudi da parata e crocifissi in argento e in sughero.
“L’eccezionale risultato di questa esposizione” dichiara il direttore Annalisa Zanni “è stato ottenuto prima di tutto grazie all’importanza e alla serietà del progetto scientifico e della nostra istituzione, che da decenni collabora attivamente con i curatori dei più prestigiosi musei nazionali e internazionali”. I prestiti provengono, infatti, dal Museo del Louvre di Parigi, dalla National Gallery di Londra, dal Museo Nazionale del Bargello, dal Museo Stefano Bardini e dal Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze.

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