Fisica sociale. Come si propagano le buone idee


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fisica sociale

Big data, reti sociali, idee, termini nuovi che non possiamo ignorare e che, se correttamente usati, potranno rappresentare cambiamenti epocali. Succede infatti che oggi è possibile raccogliere e analizzare miliardi di dati in tempo reale e che la loro analisi, di cui l’autore è specialista e guru, può dirci molto di più di qualsiasi sondaggio. Funziona così, in ogni momento comunichiamo emozioni, informazioni, dati, stati d’animo e Pentland al MIT di Boston ha messo a punto algoritmi e metodi (che nel libro purtroppo non vengono chiariti a sufficienza) per estrapolare informazioni utili ad aziende e alla politica. Analizzando questi flussi di dati, che vengono appresi grazie al consenso dei soggetti osservati, è possibile verificare cosa pensa non solo il singolo individuo ma l’intera collettività. E sin qui siamo nel campo del ‘sapere cosa gli altri pensano’, ma Pentland fa un passo avanti e studia la mia amata psicologia sociale per mettere a punto strumenti per cambiare le opinioni, muovere le masse, orientare il senso comune. La fisica sociale quindi analizza le relazioni tra il flusso delle idee a una parte e i loro effetti sul comportamento umano dall’altra. Anche se non chiarisce perfettamente cosa intenda per ‘idee’. Mentre leggevo ‘Fisica sociale’ sulla spiaggia un mio amico e collega leggeva il libro di Cantone sulla corruzione e mentre lui si indignava del malcostume che permea la nostra società a tutti i livelli, io pensavo che nel libro che stavo leggendo potessero esserci le risposte. Ossia strumenti su larga scala per riprogrammare la cultura, il pensiero, i comportamenti in senso virtuoso. Purtroppo Pentland fa del suo corposo testo più una vetrina dei suoi successi e delle sue ricerche che un vero strumento che possa essere utilizzato e questo è un peccato, una occasione persa, ma rimane comunque un libro che apre uno spiraglio, ancorchè minuscolo, per intravedere il futuro prossime delle civilità occidentali. Perché i dati possono non aver alcun significato ma è possibile farne un uso in termini di benessere collettivo. Enigmatico l’esempio di un call center americano che voleva aumentare la propria produttività: lo staff del MIT si accorse che le pause caffè erano organizzate in modo che ciascuno potesse fare la pausa a turno, ossia uno per volta. Questo significava isolamento e scarsa condivisione e circolazione delle idee. I ricercatori allora suggerirono di mandare i vari gruppi di lavoro a prendere la pausa contemporaneamente, cosa che favoriva lo scambio e le interazioni. Ebbene con questa apparentemente banale strategia l’azienda ebbe un incremento nella produttività del 15%. E’ evidente quindi che la rete, i contatti e le relazioni moltiplicano le idee e la creatività, facendo crescere in qualità le organizzazioni e il fatturato.

JRM

 

Scheda libro

Alex Pentland

Fisica sociale

Università bocconi editore

2015

22,00 euro

264 pp.



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