La dolce vita. Il fascino del Feudo di Butera, madre orgogliosa di pregiatissimi vini


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Il Feudo Principi di Butera si trova in provincia di Caltanissetta, nel cuore della Sicilia,  la regione d’Italia tra le più apprezzate a livello internazionale per le sue eccellenze in ambito vitivinicolo soprattutto grazie alla produzione di grandi e prestigiosi vini rossi,   sorge su una collina a poca distanza dalla costa (Marina di Butera), caratterizzata da un tratto di spiaggia di sabbia finissima e acque estremamente limpide.

L’affascinante tenuta che si estende nelle antiche terre del Feudo Deliella, comprende 320  ettari di terra di cui oltre 180 vitati con nuovi impianti, in un terroir esclusivo, reso tale da un clima caldo e arido che ottimizza lo sviluppo e la perfetta maturazione delle uve, dalla brezza marina che infonde il suo influsso benefico sui vigneti ed infine dalla luce calda e forte, tipica della zona sud dell’isola.

Il Feudo Principi di Butera è profondamente legata alla nobiltà della storia millenaria della Sicilia, l’antica Trinacria, che per la sua posizione geografica è stata crocevia di tutte le civiltà del Mediterraneo.  Il nome Butera, si dice che derivi dal Re Bute, il primo dei re dei Siculi, che con i Sicani e i coloni Greci abitarono anticamente questo eccezionale territorio strategico della Sicilia centro meridionale, al confine di tre civiltà. Dall’ 854 d.C. iniziò l’invasione dei Saraceni a cui seguì la cacciata nel 1089, per mano del normanno Ruggero d’Altavilla. Successivamente, la storia del Principato è stata caratterizzata dal susseguirsi di tre grandi casati: SantapauBracinforti, Lanza.
Dapprima i Santapau che dopo due secoli di dominio cedettero il Feudo ai Bracinforte, nobile famiglia di origine Piacentina. Fu nel 1543 che il Re di Spagna Filippo II nominò Ambrogio Branciforte Principe di Butera, titolo che rimase fino al 1800 il riconoscimento più importante di tutta la Sicilia feudale.
La dinastia dei Bracinforte fu tra le più importanti nella storia siciliana, si stima che a cavallo del 1700 i loro averi e possedimenti raggiungessero un ammontare corrispondente a circa il 10 per cento del reddito dell’intera isola. Ai Bracinforte seguirono i Lanza, con il matrimonio tra Stefania Bracinforte e Giuseppe Lanza. Con questa unione si ricongiunsero in una sola casata decine di titoli nobiliari, centinaia di feudi, migliaia di ettari e una ricchezza sconfinata.
Nel 1895 a Nicolò, di Francesco, di Girolamo Lanza fu assegnato anche il titolo di Principe di Deliella. Nel secolo scorso i Savoia costituirono il Principato Deliella, proprio sulle stesse terre che oggi rappresentano i confini del Feudo. L’antico Baglio del Feudo Principi di Butera, completamente restaurato nel rispetto delle sue strutture secolari, è tornato a vivere e gli intensi colori ocra delle sue mura gareggiano con gli incredibili azzurri e verdi della terra di Sicilia che lo circondano.

Un mix straordinario tra storia e arte vitivinicola che rendono questo Feudo un angolo di paradiso tra i più ambiti dai cultori della grande bellezza.  Fiore all’occhiello è il Deliella, il Nero d’Avola – affinato per 18 mesi in legni di diversa caratura – l’anima naturale di un’ isola d’emozioni chiamata Sicilia. Al naso dischiude gerani rossi e frutta nera matura e sentori di noce e di pietra, al palato è austero e rotondo insieme. Una narrazione di aristocratica spontaneità di ciò che è il mito del cuore più antico e vocato della Sicilia del vino. E ancora più pregiato è il Syrah dal sapore ricco, avvolgente,  di grande struttura con nette sensazioni di piacevole fruttuosità sostenute da un finale lungo e carezzevole al palato e dal profumo  ampio e persistente con piacevoli note di marasca, frutta rossa e spezie dolci.

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