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A Roma la più grande mostra mai dedicata a Banksy

A Roma la più grande mostra mai dedicata a Banksy
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E’ in corso a Roma Guerra, Capitalismo & Libertà,  la più grande mostra mai dedicata a Banksy, il massimo esponente del movimento artistico conosciuto come Street-art, del quale, nonostante la fama planetaria, non si conosce ancora l’identità.
Le opere, sono ben 150 e provengono tutte da collezioni private, sono organizzate tematicamente attorno ai tre fili conduttori esplicitati nel titolo della mostra. Sono esposti dipinti originali, stampe, sculture e oggetti rari, molti di questi mai esposti in precedenza.

BANKSY

L’esibizione non affronterà il tema dell’identità dell’artista, ma si concentrerà sulle sue qualità di comunicatore e sulle peculiarità del suo linguaggio.

Banksy è una delle figure più discusse, dibattute e acclamate dei nostri tempi, il suo anonimato ha catturato l’attenzione del pubblico internazionale già dalla fine degli anni Novanta. È un artista urbano che utilizza una vasta gamma di supporti, dalla pittura su tela, alle serigrafie e sculture, alle grandi installazioni, creando delle scenografie animate in cui ha coinvolto, occasionalmente, anche animali viventi. I suoi lavori sono caratterizzati da umorismo e umanità, intendono dare voce alle masse e a chi, altrimenti, non sarebbe ascoltato da nessuno. Un esempio è il suo recente commento alla crisi dei rifugiati: un grande stencil fuori l’ambasciata francese di Londra. Il suo anonimato e il suo rifiuto a conformarsi spiegano la difficoltà a inquadrare e definire un artista di tale portata; proprio per questo, non è mai stata esposta all’interno di un museo privato, una rassegna delle sue opere.

Anche se l’artista mantiene il pieno anonimato, si pensa che Banksy sia nato a Bristol nel 1974. Partendo dalla scena metropolitana della città inglese, l’artista, per necessità di creare opere di grandi dimensioni in poco tempo, ha unito il graffiti writing allo stencil, creando il suo stile che lo distingue da chiunque altro.
Nei suoi lavori, dai murales alla scultura all’installazione, Banksy esprime un commento satirico, sociale e politico giocando e traendo spunto dal contesto nel quale si trovano le sue opere.

Pur essendo un inafferrabile street-artist, Banksy vende a caro prezzo le sue opere con tanto di certificato di autenticità, ma la sua impronta va ben oltre il commercio d’arte e lascia una traccia nelle persone comuni con la diffusione spesso virale dei suoi lavori, sempre attenti alle questioni del momento a alle tematiche sociali.

La sua prima mostra si è svolta nel 2000 a Bristol, poi nel 2003 è stata la volta di Losa Angeles. Banksy è tornato a Bristol nel 2009. A Gaza, l’artista ha realizzato ben nove celebri murales. Poi a New York, nel 2013, ha realizzato un progetto situazionista itinerante chiamato “Better Out Than In”: in una delle varie attività sparse per la città ha venduto le sue tele su una bancarella per $60 USD ai turisti.

Nel 2015 ha aperto Dismaland, un grande parco a tema da lui rinominato ‘Bemusement Park’, il contrario del parco divertimenti, dove visitatori di ogni età e provenienza sono stati accolti da uno staff depresso e poco collaborativo. All’interno del parco una mostra, curate dallo stesso Banksy, ha riunito artisti di grande rilievo, tra cui Damien Hirst e Axel Void.
Nello scorso dicembre Banksy ha poi deciso di trasferire le strutture di Dismaland a Calais per ospitare i rifugiati. In questa occasione ha prodotto una serie di murales, tra cui ‘The Son of a Migrant from Syria’ (‘Il Figlio di un Emigrante dalla Siria’) che raffigura cinicamente Steve Jobs.

Fino al 4 Settembre 2016
Palazzo Cipolla, via del Corso 320 – Roma
Orario: aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 21.00; agosto dalle 16.00 alle 21.00

Per informazioni: www.warcapitalismandliberty.org

redazioneBonVivre

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