Giochiamo! Giochi e giocattoli dal rinascimento al barocco


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giochiamoNel 1500 Montaigne (1533-1592) sosteneva che “i giochi dei fanciulli non sono giochi e bisogna giudicarli come le loro azioni più serie”. Considerato come la prima forma di espressione della creatività, il gioco è stato da sempre argomento di interesse da parte dei più illustri pensatori che ne hanno affermato il ruolo educativo nelle diverse epoche.

Fin dall’antichità i bambini avevano a disposizione numerose opportunità di gioco legate alla vita all’aperto e all’utilizzo di materiali facilmente reperibili in natura. Nel Rinascimento si afferma la convinzione che il gioco non sia soltanto svago, ma un impegno serio, con traguardi da raggiungere e uno strumento educativo che permetta al bambino di diventare grande. Nelle case della nobiltà ai giovani erano riservati determinati giochi utili alla costruzione del proprio avvenire: alle ragazze bambole di stoffa e piccoli utensili per la casa, ai ragazzi figurine di legno, di ceramica e di piombo, riproducenti cavalieri e fanti. Giochi di tattica come scacchi, dama e filetto aiutavano a elaborare strategie poi applicabili in campo militare. Nel pieno spirito del Rinascimento, nelle cosiddette “camere delle meraviglie” di palazzi e castelli si ospitavano sempre più spesso giochi realizzati con grande maestria e ingegno, compresi mazzi di carte dipinti a mano o curiosità.

L’esposizione, organizzata dalla Galleria Nazionale di Urbino in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, racconta i due periodi storici attraverso giocattoli e passatempi che si diffusero dal Quattrocento al Seicento in tutta Europa. La mostra comprende carte da gioco, scacchiere, libri, giocattoli, dipinti ed incisioni provenienti da prestigiose collezioni austriache, tedesche e italiane.

Si possono inoltre ammirare rappresentazioni di scene di gioco, come il quadro con la Partita a scacchi di Giulio Campi (XVI sec.); opere molto rare e di grande impatto come la Scacchiera cinquecentesca con figure di scacchi tuffate nell’oro e nell’argento, oppure la scatolina intarsiata in avorio contenente giocattoli in miniatura. Le opere sono suddivise in 4 sezioni: giochi di movimento, con il gioco del bracciale e i dipinti di Federico Ubaldo della Rovere da bambino; i giochi da tavola e gli scacchi considerati il Gioco dei Re; i giochi d’azzardo; i giochi da bambini.

La mostra racconta come le attività ludiche non fossero affatto “un gioco da ragazzi”, ma praticate da un pubblico adulto e appartenente a un ceto sociale elevato. 

Fino a5 Febbraio 2017
Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale di Urbino, p.zza Rinascimento 13 – Urbino (PU)
Orario: da martedì a domenica dalle 8:30 alle 19:15; lunedì dalle 8:30 alle 14:00   www.gallerianazionalemarche.it



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