L’abete, simbolo di amicizia


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La stagione fredda appena iniziata segna il trionfo dei sempreverdi che con le loro chiome, che vanno dal verde smeraldo al verde scuro, si stagliano imponenti nei nostri paesaggi, montani e cittadini, imbiancati al mattino da un leggero manto di brina o dalla neve fresca appena caduta. Tra tutte le specie della famiglia, in questo periodo dell’anno, un’attenzione speciale è dedicata all’Abete. In particolare questo è il weekend in cui nelle case entra la magia del Natale sotto le vesti di un albero decorato con luci, nastri, sfere, o con tutto quello che prende forma grazie alla nostra fantasia e immaginazione.

Simbolo di onestà, verità e schiettezza, per via del suo tronco che cresce dritto quasi a rispettare un’invisibile “retta via”, se nella sua singolarità rimanda proprio alla forza della sincerità, l’insieme di abeti sono simbolo di amicizia. Così come le foglie dell’abete non perdono mai il loro colore verde, così l’amicizia non invecchierà né muterà mai. Ma all’abete è legata soprattutto la tradizione moderna della decorazione dell’albero di Natale che sembra provenire dalla Germania, dove secondo una leggenda un uomo, alla vigilia di Natale, rimase incantato dalle stelle che luccicavano attraverso i rami di un abete. Decise così di tagliarlo e portarlo in casa per poi decorarlo con delle candeline rosse.
Un’altra memoria ci riporta ancora più indietro nel passato al 1441, in Estonia, a Tallinn, dove fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella.

Qualunque sia l’origine della tradizione oggi possiamo affermare che è una consuetudine molto viva e ben radicata, che resiste nonostante il tempo e i cambiamenti culturali in corso.
Nei Grandi Giardini Italiani la maestosità dell’Abete si può ammirare nei parchi del Trentino Alto Adige e in particolare ad “Arte Sella”, dove la neve appena caduta avvolge con il suo candido manto questi robusti sempreverdi donandole un decoro naturale. In questa cornice naturale, sabato 30 dicembre alle ore 14.30, “Fucina Bianca” chiude la stagione musicale della Malga Costa. L’iniziativa s’inserisce nel festival ideato da Marco Brunello che porta la musica a dialogare con la natura in un posto fiabesco. Con Fucina Bianca termina la rassegna dei concerti, ideati per celebrare il ciclo della natura, prendendo dai colori dominanti in ciascuna di stagione il loro nome: “verde” per la primavera, “giallo” per l’estate, “rosso” per l’autunno e “bianco” per l’inverno.

Fonte: Grandi Giardini Italiani



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