Storia ed effetti speciali di una Sicilia dai mille sapori


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Ci troviamo in Sicilia, a Palermo, dove usi e costumi non si sono completamente stravolti e nella lista delle priorità della vita troviamo gli affetti, la buona cucina ma in primis quella voglia irrefrenabile di scherzare. Anzi più l’affetto è grande, più lo scherzo si fa colorito come i migliori piatti della tradizione del resto. Ecco un aneddoto raccontato con tutte le mille sfumature del caso da Callisto, un siciliano doc che ama dipingere la sua terra con le parole.

Franca e Roberto sono i miei consuoceri, belle persone e perbene, ieri con mia moglie li andammo a trovare per accertarci dello stato di salute di Franca, dopo un’operazione difficile e importante, ben riuscita alla fine, e dopo i cordiali saluti, trovai il caro Roberto, munito di un grembiule più’ lungo della sua persona, come se avesse uno strascico davanti, costringendolo ad andare all’indietro come un gambero, indaffarato a tagliare melanzane, cipolle e a snocciolare olive di Castelvetrano, mi commossero le sue lacrime e curioso gli domandai : ma chi stai facennu?
Il chi stai facennu, da parte mia fu una leggiadra presa per il culo, tanto che lui se la squado‘ e mi rispose gentilmente : la cutiddata la vuoi ora o quando ti sbudello in uscita? Chi stai facennu? Sto facendo la super caponata siciliana come Dio cumanna e pi caso hai da dire in merito?
Io lo taliai strammiato a tipo esterefatto : ma i capperi sono quelli di Lampedusa?
Insomma, intervenne Franca e mise fine al discorso: domani l’assaggerai e ci dirai.
Fui felice, di quella offerta di sua altezza la caponata.
Stamani alle otto mi sgrillo’ il citofono, era Roberto che volle calato il panaro, per metterci dentro il frutto di un lavoro certosino fatto ad opera d’arte culinaria,dopo averlo issato e messo il contenitore in frigo,mi scordai di salutarlo, dopo lui me lo fece notare, dato che incollo’ il suo medio nel bottone del mio campanello, dicendomi di ringraziarmi del dono che ho ricevuto, mi parsi giusto congratularmici, in seguito.
A cena, optai non per gli spaghetti allo scoglio che mi stracatafotto domani,ma per una fettina di carne con contorno di caponata, curioso di assaggiarla, quindi quando fu tutto pronto, dissi a mia moglie : sta bontà’ come la divido?
Lei : la divido io caso mai e in parti uguali, perché’ tu hai il senso della matematica trascendentale.
Io : in che senso trascendentale?
Lei: ora te lo spiego, prese il contenitore lo mise in maniera obliqua e fece trascendere il contenuto sul piatto a giusta misura, equa fu la divisione della bontà’, e dopo sta operazione l, lei ancora : ti piaciu la trascendetalita’ della caponata sul tuo piatto?
Io : ho gradito la tua matematica divisione perfetta, per come sei sempre stata.
Lei : appunto.
Poi inforchettai un bel pezzo della gioia sicana e … e mi commossi, c’era tutta la Sicilia, isole comprese, tutti I suoi profumi e sapori,la vucca mia pareva un teatro con tutte le papille gustative che nel mio immaginario si eran alzati per fare la standing ovation a Franca e a Roberto, I due fecero la caponata per eccellenza, fu alla fine un filoncino di tre quarti croccante e due bicchieri di bianco, per una cena, parca ma strepitosa.
W la Sicilia.

Callisto



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