Che fine hanno fatto i nostri microbi?


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Probabilmente nessun settore della biologia e della medicina è così in fermento come l’ambiente intestinale, quel microbioma popolato da 100mila miliardi di batteri con cui conviviamo più o meno pacificamente. Martin Blaser scienziato e medico di fama mondiale, ha individuato come l’uso eccessivo di antibiotici, specialmente nei bambini, sia all’origine di malattie gravi e in costante aumento. Blaser con una rara capacità divulgativa, ci svela i suoi studi in cui individua correlazioni inedite.

Basti pensare che nel 1990 il 12% degli americani era obeso, nel 2010 questa media aveva raggiunto il 30% e l’epidemia aveva ‘contagiato’ anche i paesi in via di sviluppo. Una impennata sconcertante per essersi verificata in soli 20 anni. Tra l’altro l’assunzione elevata di calorie da sola non basta a spiegare questa evoluzione. Il diabete giovanile è aumentato del 550% in 50 anni. l’asma è aumentata del 50% dal 2001 al 2009. Sono aumentate anche le reazioni immunitarie agli alimenti. Può essere solo una coincidenza che tutte queste malattie stiano aumentando tutte insieme? Blaser non crede alle coincidenze. Non potrebbe invece esserci una causa di fondo che accomuna questi eventi? L’autore ipotizza che ci sia un fattore comune e che questo possa essere la perdita dei nostri microbi ‘antichi’ e della loro diversità che era un fattore protettivo.

Competizione, simbiosi, commensalismo sono strategie che i batteri mettono in campo ogni giorno influenzando il nostro benessere e la nostra salute. Il loro è un equilibrio messo pesantemente alla prova da una lunga serie di sostanze chimiche e farmaci. Se pensiamo che il chilo e mezzo di batteri intestinali che abita con noi è alla base del sistema immunitario ecco che le conseguenze diventano più facilmente intuibili. La diminuzione della diversità batterica sarebbe alla base di conseguenze importanti sulla salute e porterebbe alle condizioni favorevoli per la diffusione di virus pericolosi come ebola, SARS, influenza aviaria e suina. L’uso inappropriato ed eccessivo di antibiotici ha contribuito a questa situazione. Per fare un esempio le infezioni delle vie aree superiori sono comunissime e nella maggior parte dei casi si risolvono autonomamente in una settimana: solo il 5-10% si ammala più gravemente e va incontro a complicazioni ma gli antibiotici vengono prescritti dal 60 all’80% di quelli che vanno dal pediatra per mal di gola e mal d’orecchie senza poter verificare se l’infezione sia batterica o virale, evenienza quest’ultima che rende l’antibiotico assolutamente inutile. La ragione è in parte la paura dello sviluppo della febbre reumatica ma una più attenta diagnosi differenziale potrebbe aiutare una prescrizione più responsabile. Basti pensare che negli Stati Uniti sono stati prescritti 1365 cicli di antibiotici ogni mille bambini di due anni, il che significa che ogni bambino americano ha ricevuto tre cicli di antibiotici nei suoi primi due anni di vita e quando diventa adulto ne ha all’attivo almeno una trentina. Il risultato? La resistenza dei batteri ai farmaci che dovrebbero debellarli.

 

Info libro

Martin J. Blaser

Che fine hanno fatto i nostri microbi?

Aboca

2019

euro 19.50

pp.302



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