Viaggio alla scoperta dei più bei roseti d’Italia


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Ogni anno Grandi Giardini Italiani promuove la visita di giardini selezionati dal suo circuito, come occasione per conoscere o riscoprire importanti collezioni di rose antiche e moderne. Nasce così l’itinerario In Nome della Rosa, un viaggio alla scoperta dei più bei roseti aderenti al nostro circuito, che vantano al loro interno collezioni importanti di rose che disegnano labirinti, come quello del Castello delle Rose di Cordovado (Cordovado, PN), viali fioriti, come il Viale delle Rose del Parco Giardino Sigurtà (Vialeggio sul Mincio, VR), o ancora a forma di ala d’angelo, come il Roseto Vacunae Rosae (Roccantica, RI) o ancora lo straordinario roseto di Villa d’Este a Tivoli, solo per citarne alcuni.
In Nome della Rosa è un invito speciale a scoprire le romantiche e straordinarie fioriture di rose all’interno del circuito dei Grandi Giardini Italiani, seguendo il suo ciclo di fioritura, differente di regione in regione.

Dal 2020 In Nome della Rosa è anche un itinerario di scoperta della Rosa Grandi Giardini Italiani® una rosa a cespuglio, a fiore grande, con portamento eretto, fogliame denso e verde scuro, assai resistente alle malattie e dal profumo intenso. La Rosa vuole essere un souvenir, un ricordo olfattivo di una giornata passata in un giardino del network.

Se siete alla ricerca di importanti collezioni di rose in Liguria merita una visita l’incantevole roseto dedicato all’attrice Virna Lisi custodito all’interno del giardino di Villa Durazzo a Santa Margherita Ligure che si affaccia sullo splendido Golfo del Tigullio. Il fiore esibisce una tonalità crema con bordura rosa ed è adornato da un fogliame brillante. Intenso il profumo dalle note verdi, floreali, con piacevole fragranza di mela. Scendendo verso Alassio, in provincia di Savona, nei Giardini di Villa della Pergola, già famosi per le importanti collezioni di glicini e di agapanti, c’è uno spettacolare pergolato di rose banksiae che unisce i diversi livelli del parco.

In Lombardia da non perdere è il Roseto ”Niso Fumagalli” del Parco della Villa Reale di Monza. Progettato nel 1964 dagli architetti Francesco Clerici e Vittorio Faglia, laddove era presente uno dei giardini formali attigui alla residenza arciducale, il roseto, col suo terreno leggermente ondulato, il laghetto e i percorsi ben studiati ospita oltre 4.000 varietà di rose tra cui anche una meravigliosa collezione di varietà antiche attorno allo specchio d’acqua, e rampicanti lungo la cancellata e sul pergolato. Le rose più profumate sono nascoste tra quinte di tasso all’interno de Il Giardino Segreto del Profumo.
In provincia di Varese, invece, merita una menzione speciale il Roseto della Pace una collezione di sole rose, presenti in centinaia di varietà diverse, molto curata, amata e vissuta, adiacente alla casa di cura per anziani del Comune di Induno Olona. Il roseto sorge su di un’area occupata fino all’estate del 2011 da un fitto bosco di conifere, quando una violenta tromba lasciò dietro di sé un grande vuoto che fu colmato per volontà, intuizione e dedizione da Elio Bigi, giardiniere e storico floricoltore del luogo. Oggi qui sono quasi 6.500 gli esemplari presenti, per un totale di 632 varietà diverse: rose antiche, inglesi, rampicanti, ma il gruppo più numeroso è quello degli ibridi di Tea.

In Trentino Alto Adige, nei Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano, in provincia di Bolzano, dai primi di maggio 20 varietà di rose danno il benvenuto ai visitatori nel pergolato che li accompagna all’ingresso dei Giardini. Qui si possono ammirare le rose rampicanti come l’incantevole Rosa moderna ”Pierre de Ronsard”, con i suoi fiori profumati stradoppi e con l’aspetto di una rosa antica, e ancora la Rosa ”Tempi moderni”, con il suo fiammeggiante colore che passa dal giallo oro all’arancio vermiglio, ma soprattutto potrete scoprire la profumatissima ed elegante Rosa Grandi Giardini Italiani®. Spostandoci in provincia di Trento, invece, a Ronzone, il Giardino della Rosa racchiude una ricca collezione dei principali gruppi di rose, in fiore da metà giugno. Immerso fra i prati dell’alta Val di Non, il Giardino regala una vista mozzafiato sul vasto paesaggio e le montagne dell’alta Anaunia fino al parco Adamello Brenta e alla catena delle Maddalene.

In Friuli Venezia Giulia il Castello delle Rose di Corvovado a Cordovado, in provincia di Pordenone, è famoso per il suo labirinto a forma di sole composto da piante di rose damascene, in cui perdersi camminando tra profumi inebrianti, immersi nella luce, nei colori e nella straordinaria energia delle rose.

In Veneto è il Viale delle Rose del Parco Giardino Sigurtà, con le sue oltre 30.000 rose rifiorenti, ad ammaliare con il suo fascino il visitatore. Spostandoci dalla provincia di Verona a quella di Padova, e più precisamente a Due Carrare, al Castello di San Pelagio in maggio si può ammirare una bellissima fioritura di rose: se ne contano circa 1000 di oltre 200 varietà.

In Emilia Romagna a Tredozio l’invito è di scoprire il giardino segreto all’italiana di Palazzo Fantini. Sopraelevato rispetto al piano della casa, è accessibile solo da una gradinata lungo un’ampia muratura di sostegno e si compone di vari settori che si adagiano sulla collina ed in salita. Progettato nell’800 riprende i temi classici dell’epoca: i vialetti segreti, la fontana con le ninfee, le geometrie precise delle siepi, i bossi topiati, le aiuole di rose antiche con stachis lanata e bordure di fiori “fuori moda” come dalie e begonie, iris e lantane. Collezioni di rose adornano anche il parco di Villa La Babina (Sasso Morelli Imola, BO), oggi sede del Centro Direzionale della CLAI. L’impianto attuale del giardino, di tipo paesaggistico, presenta le caratteristiche dei parchi ottocenteschi delle dimore signorili della pianura bolognese. Qui lo scorso anno sono state piantumate circa 100 esemplari della Rosa Grandi Giardini Italiani®, dando vita così alla primo roseto dedicato ai Grandi Giardini Italiani.

In Toscana a Montepulciano, in provincia di Siena, a restarvi nel cuore sarà il piccolo Roseto custodito nel Parco di Villa Trecci. Qui sono ospitate diverse varietà come: Accademia, ibrido di Tea creato da Rose Barni nel 2006 e dedicata all’Accademia Piemontese del Giardino, dai fiori color rosa intenso brillante, molto profumati; Antico Amore, ibrido di Tea creato da Rose Barni nel 1988, riconoscibile dal color rosa carne dei suoi petali leggermente profumati; o ancora CometaDolce LunaEyes for youGirandolaMariangela Melato e altre rose ognuna con la sua storia da raccontare e da scoprire.

Nelle Marche, a Pesaro, c’è un roseto di rose antiche ospitato nel parco della settecentesca Villa Caprile. L’attuale aspetto del Roseto è frutto dell’impegno e della dedizione dei tanti docenti dell’Istituto del dipartimento di Agronomia che si sono succeduti negli anni. Nel 2019 la professoressa Michela Brunetti, responsabile dei Giardini, coadiuvata dai tecnici dell’Azienda Agraria dell’IstitutoGiuliana Amadori e Guido Litti, hanno completato l’opera con la realizzazione della catalogazione e cartellinatura e con la messa a dimora della Rosa Grandi Giardini Italiani®.

Nel Lazio, a Roccantica, in provincia di Rieti, sorge il Roseto Vacunae Rosae, il primo giardino di rose al mondo con oltre 5000 rose di varietà differenti, la cui forma rimanda all’ala di un angelo immortalata nel momento in cui, distesa sulla fredda e nuda terra, con il suo tocco divino la fa rinascere in un’esplosione di profumi e sfumature colorate.

Spostandoci sul litorale romano a Tor San Lorenzo negli splendidi Giardini della Landriana, disegnati da Lavinia Taverna e Russell Page, percorrete il famoso Viale delle Rose che conduce stanza dopo stanza alla Valle delle Rose Antiche, dove una miriade di rose profumate crescono in aiuole di forma libera, orlate di lavande, timi e nepeta. I colori vanno dal bianco candido ad ogni sfumatura di rosa e cremisi. Quando le rose prendono il loro riposo di mezz’estate, sorgono tra loro tanti arbusti fioriti di Pavonia rosea.

Ancora più a sud, nel suggestivo Giardino di Ninfa a Cisterna di Latina a mezz’ora d Gaeta, la presenza di rose sono una delle tracce indelebili lasciate da Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, che iniziò il lavoro di recupero dei giardini proseguito poi magistralmente dalla figlia Lelia, donna sensibile e delicata, che curò il giardino come un grande quadro, essendo lei una pittrice, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante, senza forzature, ed evitando l’uso di sostanze inquinanti.   A Tivoli, nell’imponente giardino rinascimentale che circonda Villa d’Este, sono coltivate più di 350 varietà di rose, molte delle quali in evidenza, altre più discoste rispetto alle più importanti direttrici del giardino.

In Campania, nel borgo medievale di Piedimonte di Casolla, in provincia di Caserta, protagonista del Giardino di Palazzo Cocozza di Montanara è il giardino di rose ”Ronsard” che l’illusione visiva sembra far uscire da antiche coppe di agapanti azzurri ai piedi degli aranci, di lecci, di Phoenix Canariensis, di cedri e pini, melograni e siepi fiorite, manufatti di tufo, di pietre e fregi nella mescolanza di substrato storico in cui si innesta il mediterraneo giardino romantico e la rivisitazione contemporanea del paesaggista inglese Peter Curzon.



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