Il “tema ecologico”, a proposito di matrimoni, torna ad essere di gran moda: da che la Duchessa di Cambridge ha deciso di addobbare Westminster con veri e propri alberi, in modo che potessero essere ripiantati ed evitando l’immane spreco di fiori, le spose di tutto il mondo, giovani donne che fino al giorno prima volevano montagne di peonie recise seccamente, anche nel torbido Agosto, hanno capito che la parola “eco”, a proposito di matrimonio, fa molto “chic” e allora via, la corsa all’ “ecowedding” sembra aver ripreso slancio. Sarà vero amore per l’ecologia, semplice capriccio di qualche sposina radical chic o un tentativo di fare anche “eco-nomia”!? Le opzioni per chi vuole seguire le orme della neo Principessa e farlo in grande stile di certo non mancano, a cominciare dall’abito. La scelta migliore è quella di usare qualcosa di “vintage”, riciclando un abito trovato in uno dei tanti outlet per la sposa, ma si può optare anche per il vestito della mamma. Non mancano, d’altra parte, le alternative per avere un abito nuovo eppure ecologico: nella sezione “reve a porter” (ovvero “sogno da asporto”) del sito della stilista francese Ana Quasoar (http://www.anaquasoar.com/), è possibile trovare una serie di abiti da sposa “componibili” i cui pezzi, ad esempio bustier, mantelline, giacche o gonne, possono essere riutilizzati anche dopo il gran giorno, mixati con capi del guardaroba quotidiano.
La maison Altarosa realizza “wedding dresses” utilizzando solo materiali ecocompatibili (http://www.altarosa.it/site/). Ma la scelta dell’abito è solo il primo passo per seguire scrupolosamente il trend del matrimonio ecologico. Il sito http://www.ecowedding.org/ è una sorta di bibbia del matrimonio “verde”. Gli inviti, per esempio, dovranno essere adeguati, realizzati con carta riciclata o meglio ancora, mandando ad amici e parenti un’ email (se quest’ultima soluzione dovesse sembrarvi impersonale, potete sempre darvi all’addestramento di un plotone di piccioni viaggiatori o portarli personalmente, in bicicletta). La scelta delle “non bomboniere”, che presuppone il devolvere la cifra corrispondente alla spesa per comprarle in beneficenza, è senza dubbio quella che meglio interpreta il tema ecologico, addirittura “sposando una buona causa”, ma se proprio non si riesce a fare a meno dell’ oggetto da dare “agli amici affinché si ricordino di questo splendido giorno” si possono scegliere bomboniere enogastronomiche, come piccoli vasetti di marmellata o di miele oppure graziose bomboniere botaniche, ad esempio piante “mignon” o addirittura veri e propri alberi (http://www.givetreegifts.com/garden_wedding_favors). Naturalmente anche il ricevimento di nozze, momento clou della cerimonia, dovrà rispettare il tema “ecologico”, armonizzando tutti gli elementi: cibi esclusivamente legati al territorio (bandite dal buffet, quindi, le ostriche se il banchetto nuziale si svolge in pieno Chianti e dichiarato “fuori legge”il prosciutto toscano tagliato al coltello se la festa si fa sulla spiaggia) e mise en place “a tema”. Resta da capire se ci sia davvero un target di future spose votate all’ “eco wedding”. Laura Tosetti, mente ed anima di Galateo (http://www.galateoricevimenti.com/), ci aiuta a capire se questo gran parlare di matrimoni “eco” abbia davvero un riscontro reale o sia semplicemente un “pour parler”, che poco viene preso in considerazione dalle future spose. “Premetto – dice Laura- che in tanti anni di attività, nonostante se ne stia parlando e se ne sia parlato molto, non abbiamo quasi mai avuto richieste in tal senso e anche nei casi in cui questo avviene, spesso segue un’inversione di marcia in “corso d’opera”. I motivi – continua la vulcanica organizzatrice di eventi fiorentina -possono essere molteplici: chi pensa che “eco” abbia, oltre alla valenza ecologica, anche un risvolto “economico”, finisce per imbattersi in una realtà che è esattamente l’opposto: basti pensare al costo degli alimenti biologici al mercato o al supermercato… E quando capita la sposa “eco oriented”, che sognerebbe un matrimonio “green”, spesso “inciampa” in una mamma, suocera o wedding planner che la riporta al “canone classico”, con una cerimonia se non ricca ed opulenta, quantomeno unica, lasciando a “mezza strada” il concept “eco friendly””. Sembra che seguire il trend “ecologico” il giorno del matrimonio non sia, quindi, così usuale e semplice: la stessa Kate ha curato, in questo senso, solo alcuni aspetti delle nozze. Va detto che la moda dei matrimoni “shabby chic”, ovvero apparentemente semplici ma studiati dai massimi scienziati mondiali (“costruire la semplicità a tavolino” è cosa quanto mai complicata), da spesso l’idea di trovarsi di fronte a matrimoni ecologici che, nei fatti, sono tutt altro. Laura Tosetti indica come caratteristiche imprescindibili per un matrimonio che vuole, quantomeno, provare ad essere ecologico “un mezzo di trasporto adeguato “da e per” la chiesa, una mise en place ad hoc ed un menu particolare, studiato con prodotti a “km zero””. Sul mezzo di trasporto le opzioni ecologiche possono assumere contorni molto divertenti: la sposa potrebbe arrivare in bicicletta, sudata e con l’abito sporco per essersi impigliato ripetutamente nella catena (facendola, per altro, rischiare di cadere a più riprese). Lo sposo potrebbe, invece, lanciarsi da un aliante: come un James Bond in erba, atterrare con il paracadute proprio di fronte alla chiesa. C’è solo il remoto rischio che l’inesperienza lo faccia cadere, malauguratamente, sopra qualcuno dei numerosissimi invitati, assiepati a godersi lo spettacolo: chissà mai che la sventura non capiti all’amatissima suocera.
Claudia Rossi








