Dea per un giorno con Antonio Martino.


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Antonio Martino è un giovane stilista italiano di trentasei anni, salernitano di nascita ma romano di adozione. Nel novembre 2008 fonda insieme alla manager ed esperta di comunicazione Barbara Molinario, l’Antonio Martino Couture. Il suo è uno stile  giovane e dinamico ed attento ai dettagli nella realizzazione dei capi. Innovazione nello stile, questo il diktat dell’azienda. L’atelier “Antonio Martino” si trova  in Via del Cardello 32,nel cuore di Roma, a due passi dal magico Colosseo.  Il creatore di moda Antonio Martino, decide sin da piccolissimo la sua strada, è affascinato dai tessuti, dai ricami, dai corsetti che stringono la vita di Madonna, dalle passerelle di Gianni Versace e dagli abiti scultura di Capucci. Per Martino l’abito deve essere un pezzo unico, creato per la donna che deve indossarlo. Un abito che rispecchia la personalità e valorizza i dettagli di un corpo. Antonio Martino non si cura della moda e delle tendenze, ne crea di sue, con abiti senza tempo e senza scadenza. Gentile e con le idee molto chiare su cosa vuole dalla vita e dal suo lavoro,  Antonio Martino  sta dando in questi anni un forte impulso all’ ulteriore diffusione della moda italiana nel mondo. La moda è la sua vita e la sua passione. La sua è una Maison emergente tra le più glamour e di tendenza in Italia. I suoi capi incantano per la versatilità e il trasformismo che li contraddistinguono, rispecchiando la personalità di ogni donna e valorizzando i dettagli del corpo. Antonio Martino veste importantissime personalità femminili dell’aristocrazia romana e star televisive italiane. Gli abiti di Antonio Martino rappresentano il sogno di molte italiane che per un giorno diventano dee. Linee raffinate, fresche e innovative stupiscono per quel particolare che non ti aspetti.


 

Oggi Il marchio è in crescente espansione, in questo momento la linea da giorno è distribuita in Slovacchia, Arabia Saudita e Malta.

 

Aristotele Onassis sosteneva che senza le donne , tutto il denaro nel mondo non avrebbe significato.  E’ d’accordo?

Si, sono d’accordissimo. Le donne sono la mia fonte d’ ispirazione più grande. Mi entusiasmano, sono la vera fonte di ricchezza del mondo.

Rettangoli di stoffa non cuciti, drappeggi intorno al corpo, spacchi laterali, strascico, fibule e cinturoni vestivano la donna dell’ antica Grecia.  A chi s’ispira quando realizza i suoi bozzetti?

Le donne del passato sono state le vere creatrici della moda, fonte di ispirazione per tutti gli stilisti che sono nati a seguire. Io amo molto gli intrecci, i drappeggi. Una mia grande fonte di ispirazione è la “Nike di Samotracia”. Quando l’ho vista, nonostante sia sprovvista di braccia e gambe ho pensato che riesce ad incarnare la vera bellezza della donna.

Sigmund Freud nell’opera “ Al di là del principio di piacere” parlò di Eros ovvero pulsione di vita. Che ruolo ha l’eros nella moda di Antonio Martino?

Mi piace cogliere la vera essenza dell’eros creando abiti molto femminili.

Le donne spesso vedono in un abito un sogno. Lei cosa sogna?

Abiti naturalmente. Abiti che facciano sognare le donne.

Quale evento ha maggiormente influito sulla sua vita da stilista?

La morte dello stilista Gianni Versace mi ha toccato molto. È stato un simbolo mondiale della creatività; è stato creatore di un’epoca piena di lusso e stile attraverso le sue passerelle. La sua scomparsa ha segnato il cambiamento del sistema moda; non è stato un evento che ha toccato solo la mia vita personale ma ha anche segnato un cambio di rotta per la moda mondiale.

Come sarà la prossima collezioni di Antonio Martino?

Le mie creazioni nascono d’impulso sul manichino. Cambio spesso idea e sono molto influenzato da quello che mi accade intorno. In questo momento sto creando un capo ispirato agli origami che devolverò in beneficenza. Il ricavato sarà donato alle popolazioni Giapponesi toccate dalla tragedia.

In terra ellenica a proposito degli italiani spesso si dice: “Una faccia una razza”. Il buongusto secondo lei non ha confini?

Il buongusto non è una questione di origine o di provenienza, è come il carattere: o ce l’hai o non ce l’hai. Puoi essere influenzato dalla cultura, dalle esperienze, dagli studi, ma io credo che il buongusto è qualcosa di personale, fa parte del DNA.

Qual è la vera filosofia per Antonio Martino?
“Gli abiti che creo fanno parte di un mondo. Attraverso il nostro mondo cerchiamo di attirare l’attenzione su uno stile di vita, un modo di pensare”. Ecco la filosofia di Antonio Martino, classe 1975, salernitano di nascita, romano di adozione: un ragazzo che ha le idee molto chiare su cosa vuole dalla vita e dal suo lavoro. “La moda è la mia vita. Questo lavoro lo faccio per passione”.

Le donne europee sono tutte individualiste?

La voglia di individualismo è tanta, nessuno vuole più     sentirsi in una divisa, il marchio deve essere globale, al consumatore va offerta una varietà molto ampia di prodotti. Al giorno d’oggi l’abbigliamento comodo ha preso il sopravvento su stili più eleganti e tradizionali. Disegno i miei capi per un target alla ricerca di capi sicuramente comodi, ma con un’attenzione in più al dettaglio.

Dove produce i suoi abiti?

Per la produzione è stata scelta la Campania(Sud Italia), nella quale, grazie ai terzisti, l’Azienda riesce ancora a produrre in Italia. L’Azienda rimane indipendente da finanziatori esterni, in modo da gestire in autonomia i numeri, privilegiando una condotta in cui si presta molta attenzione alle scelte che si fanno. Per esempio la scelta del retail, produzione, logistica, informatizzazione, reporting, comunicazione. Anche il concetto allargato di comunicazione, un altro punto focale della competizione sui mercati moderni, crediamo non debba essere trascurato.

Non comunicare vuol dire morire?

Comunicare oggi significa andare ben oltre i concetti di base di pubblicità o pr, bisogna emozionare. Antonio, ad esempio, disegna una giacca, poi crea il tessuto tramite accostamenti, impunture, profili e inserti. Da la possibilità al cliente finale di sentirsi “unico”.

Essere alla moda vuol dire essere camaleontici?

Il mio è uno stile camaleontico, per la  mia mania di inserire in ogni collezione capi trasformabili, che si possono modificare, dividere, staccare. Un esempio è la “giacca tris” dell’ultima collezione che, attraverso un gioco di bottoni, si può dividere e indossare come giacca, gilet o copri spalle. Oppure l’abito e la gonna double face, da indossare con le rifiniture interne a vista. Noi crediamo che bisogna esprimere la filosofia dell’Azienda in ogni modo, attraverso la diffusione dello stile, che non è rappresentato da un semplice logo, ma deve evocare un’emozione, valore aggiunto non trascurabile, che consente di attirare il consumatore assicurandone la fedeltà.



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