Il sogno che s’infrange sullo scoglio


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© Guardia CostieraLe cose più semplici sono quelle più desiderate, spesso sono soltanto dei sogni, ma chi di noi non vorrebbe che qualcuno di questi sogni si materializzasse? Fare una crociera per molti è diventato un sogno ad occhi aperti. Negli ultimi anni, il business crocieristico ha alimentato un giro di persone e di danaro abnorme in tutto il mondo. Dagli Usa all’Europa il passo è breve se si pensa  come questo settore sia cresciuto in modo esponenziale in tutto il pianeta. La creatività turistica si sposa bene con una nuova formula di turismo al centro del quale c’è l’attenzione tout court verso il cliente, il quale deve essere altamente coccolato in ogni istante di permanenza a bordo. La crociera è la classica vacanza della spensieratezza, ove si buttano alle spalle le preoccupazioni quotidiane e ci s’immerge in una favola per un po’ di giorni. Chi ha avuto un contatto diretto con una nave da crociera, anche non salendoci a bordo, sicuramente sarà rimasto senza fiato nell’ammirare la maestosità di questo gigante del mare capace di ospitare a bordo una mini città. Nonostante il mare sia il riflesso imprevisto della natura e proprio tale naturalezza può riservare sorprese, si ha soltanto l’impressione di come una creatura simile possa dominare il mare a mai affondare, perché fondamentalmente incarna una forma di onnipotenza che si affaccia nelle sue enormi dimensioni. Il salto dall’allegria ai sentimenti più dolori è semplice se poi i sogni s’infrangono su uno scoglio a poche miglia dall’Isola del Giglio, ove tanta beltà ed imponenza svaniscono nel mare tenebroso, nel buio di una notte. Si passa dalla leggiadria della vacanza alla disperazione di chi cerca, in una situazione altamente esagitata, di salvare se stesso e i propri cari. Un turbinio di grida, di ansie, di timori, di mille frasi pronunciate simultaneamente in diverse lingue che rema nella stessa direzione: mettersi in salvo. Le cause della sciagura le accerterà la magistratura; chi ha sbagliato ne risponderà di fronte alla legge. C’è però una cosa che non si può condividere: la demonizzazione totale di ciò che un attimo prima rappresentava il paradiso. Non si può addossare interamente la colpa allo staff straniero, alle modalità di recruiting, all’incapacità di sapere gestire l’emergenza. Di fronte ad una sciagura simile, chi siede sul divano può elaborare tutte le teorie del mondo, ma chi opera in prima linea ha pochi istanti per decidere il da farsi. Nessuno è perfetto, tutti possono sbagliare, ma stiano però attenti quei giornalisti che hanno sempre come unico scopo quello di alimentare dubbi, sospetti e additare colpe contro tutto e tutti pur di infondere timori e supporre la verità dei fatti realmente accaduti. Il tribunale dell’Inquisizione ha un ruolo nettamente diverso dal raccontare ciò che accade nel mondo. Errare è umano, ma gettare benzina sul fuoco è inaccettabile e pericoloso.

Marco Bozza



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