Borghi toscani. Castelfranco di Sopra, la Terra Nuova dei fiorentini


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CASTEFRANCOIl tracciato che collega Arezzo a Fiesole ha visto nei secoli insediamenti etruschi, romani e longobardi. Ma solo nel 1299 la Repubblica Fiorentina concepì questa “Terra Nova” come avamposto militare e centro commerciale della Valdarno, specie per l’approvvigionamento di derrate alimentari. Per favorirne l’urbanizzazione da parte delle comunità rurali dei dintorni si decise che i nuovi abitanti sarebbero stati per dieci anni esenti da ogni tributo. Ben presto, ai piedi del gruppo montuoso del Pratomagno, si sviluppò così un florido e popoloso abitato, cui il grande Arnolfo di Cambio seppe conferire un elegante e decisivo contributo architettonico. Sua, tra l’altro, la mirabile torre del ‘300 che campeggia già all’ingresso del piccolo e prezioso borgo.16303972

L’impianto urbano riprende la classica impostazione della fortificazione romana: piazza al centro, con i principali edifici del potere laico (palazzo del Podestà) e religioso (chiesa di San Pietro), che idealmente si fronteggiano. Dal centro fino ai margini del paese i palazzi procedono per altezze degradanti, e tutta la struttura architettonica risente di un gusto e uno stile tipicamente fiorentino. Lo stesso Arnolfo, secondo il Vasari, avrebbe progettato il nucleo urbano: “franco” da ogni contributo fiscale e “di sopra”, in quanto a monte della Città del Giglio. Presto Castelfranco di Sopra diventa il nome della Nuova Terra toscana.

S.FilippoDa vedere la chiesa di San Filippo Neri, nella cui laterale cappella si trova una rara Vergine col Bambino di Andrea del Sarto. Da vedere anche Casa Campa, palazzo Sassolini e l’importante teatro comunale Capodaglio.

Ma al centro di ogni interesse storico e culturale si colloca lo stupendo, monumentale complesso della Badia di San Salvatore a Soffena, – chiesa, chiostro e convento – con una Madonna e Bambino di Paolo Schiavo e un’Annunciazione attribuita allo Scheggia, fratello di Masaccio.

 

 

BalzeLo stesso paesaggio agreste della Valdarno – movimentato da dolci balze, torri antiche, ulivi e ruderi di castelli feudali – avrebbe ispirato lo sfondo di tanti ritratti del Rinascimento e attratto la sempre avida curiosità artistica e scientifica di Leonardo da Vinci.



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