Pelle e capelli si curano con l’alimentazione


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intolleranzeEsiste una correlazione tra l’alimentazione e alcune delle più frequenti malattie della pelle e dei capelli. Una novità? Forse non proprio, ma ora il monito delle nonne: “Non mangiare il salame che ti vengono i brufoli” ha trovato una giustificazione medica. A fare luce sulla questione è il Dott. Fabio Rinaldi, dermatologo a Milano, presidente dell’IHRF – International Hair Research Foundation (http://www.ihrf.eu/) e docente alla “Sorbona” di Parigi. A lui il merito di aver condotto uno studio scientifico metodologicamente molto complesso su 800 soggetti all’anno (2.360 soggetti alla fine dello studio) per 3 anni (dal 2010 al 2013), al termine del quale è stata messa in evidenza l’associazione tra l’incidenza di disturbi cutanei (spesso cronici) e abitudini alimentari comuni e apparentemente “innocenti”, ma che si sono rilevate alla base di questi disturbi.

 

Dalla ricerca sono emersi risultati importantissimi e inaspettati, che in parte rovesciano delle credenze comuni. Afferma il Dott. Rinaldi: “L’incidenza delle allergie ad alimenti è risultata del 2,6%, dimostrando chiaramente che le forme allergiche sono decisamente inferiori a quelle date dall’intolleranza che ha meccanismi patologici molto diversi. Le allergie alimentari sono causa di disturbi cutanei nel 24,8 % dei soggetti che abbiamo studiato, e spesso presentano sintomi molto complessi e difficili da capire, invece nella maggior parte dei soggetti intolleranti l’incidenza di disturbi dermatologici, sia per quanto riguarda le patologie della pelle che dei capelli, è del 64,3%”.

 

Le intolleranze alimentari sono più difficili da scovare delle allergie, ma è fondamentale essere consapevoli di avere un’intolleranza così da evitare il cibo o i cibi che danneggiano la pelle. Precisa il Dott. Rinaldi: “Nel 76,3% dei soggetti che presentano un’intolleranza abbinata a un disturbo della pelle o dei capelli, la sintomatologia cutanea si attenua o scompare all’allontanamento del cibo o dei cibi a cui i soggetti sono intolleranti. Molto significativi sono risultati i casi di intolleranza al glutine, abbinati a forme di alopecia areata e cicatriziale, o al lattosio, associati a dermatite del viso, del cuoio capelluto o delle mani, e all’acne”.

 

Curare l’alimentazione, pertanto, è importantissimo; sebbene i sacrifici richiesti siano altissimi, i benefici apportati possono essere notevoli. Insiste il dermatologo Rinaldi: “Abbiamo scoperto che l’alimentazione deve essere specifica a seconda dei diversi problemi di pelle e capelli, e che in questo modo si è ottenuta una diminuzione delle recidive delle diverse dermatosi nel 46,7% dei casi”.

 

A questo proposito utilissimo risulta il decalogo realizzato dal Dott. Rinaldi con lo scopo di prendersi cura di pelle e capelli“sfruttando i principi attivi contenuti in molti alimenti come se fossero ‘medicine’, totalmente prive, però, di rischi di effetti collaterali” afferma il dermatologo.

 

Alcuni validi suggerimenti contenuti in questi “dieci comandamenti” della corretta alimentazione?

“Sicuramente assumere una quantità sufficiente di amminoacidi: se l’assunzione di questi principi nutritivi è insufficiente o il loro assorbimento nell’intestino è scarso, i capelli cadono e diventano più fragili e deboli, la pelle si modifica e si ammala, le unghie si sfaldano e si rompono” consiglia il dermatologo.Sì dunque a carni bianche, legumi, pesce e uova, attenzione, invece, agli insaccati.

 

Aggiunge lo specialista: “Assicurarsi di assumere abbastanza ferro e vitamine, includendonella nostra dieta i frutti rossi, soprattutto mirtilli, ribes, fragole e lamponi, che sono ricchissimi di polifenoli e vitamine, e andrebbero consumati almeno tre volte alla settimana”.

Sfatiamo inoltre alcuni luoghi comuni: il basilico, ad esempio, contiene molto più ferro degli spinaci!

 

E per quanto riguarda le bevande?

 

“Curiamoci bevendo” è il motto lanciato dal Dottore, che aggiunge: “Molti antiossidanti fondamentali per la vita dei capelli si trovano in quello che beviamo, soprattutto tè verde, succhi o centrifugati di frutta, vino rosso, caffè. Bene il vino rosso: se un eccesso è responsabile di numerosi danni per la salute, una dose giusta ha effetti terapeutici grazie principalmente al resveratrolo. Meno bene il vino bianco che contiene, invece, quantità minime di questa sostanza”.

Diamo dunque credito al modo di dire: “Il vino fa buon sangue”.  “Uno studio di Liechtenstein del 2006 ha dimostrato addirittura che l’astinenza dall’assumere vino rosso aumenta il rischio cardiovascolare”, ricorda il Professore.

Una chiusa su un’eterna diatriba: dieta mediterranea sì, dieta mediterranea no?

“Assolutamente bisogna favorire la dieta mediterranea: l’assorbimento di lipidi della dieta mediterranea è di circa il 35% delle calorie totali. Sfruttiamo, dunque, le sue caratteristiche! Vari studi dimostrano che la dieta mediterranea è un’alimentazione ottimale per soggetti sani, per soggetti ipercolesterolemici o a rischio di malattia cardio-vascolare. È accertato, inoltre, che questa dieta è in grado di ridurre la mortalità in toto, soprattutto quella cardio-vascolare, oltre a limitare l’incidenza del cancro e della malattia di Parkinson e di Alzheimer”, conclude il dermatologo.

 



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