Una mela al giorno toglie il medico di torno. E anche il cardiologo
Non solo il medico generico, ma anche il cardiologo può essere evitato grazie all’assunzione quotidiana di frutta fresca. Nei soggetti sani il rischio cardiovascolare viene così ridotto di un 40% viene tagliata di un terzo la mortalità di chi ha problemi di cuore o di pressione alta.
A stabilirlo la ricerca effettuata dall’Università di Oxford su un campione di quasi mezzo milione di cinesi, osservati in un periodo di ben sette anni che ha dimostrato come il notevole beneficio protettivo si ottiene con una porzione e mezza del frutto al giorno, all’incirca una media di medie dimensioni, sbucciata e detorsolata. L’indagine ha riguardato una popolazione ad ampio spettro abitativo di 5 aree urbane e 5 rurali. Il 18% dei pazienti ha dichiarato di consumare frutta ogni giorno, il 6,3% di non consumarla mai. Nel primo gruppo, rispetto al secondo, il rischio cardiovascolare si riduceva da un -15% per le malattie cardiache ischemiche a un -40% per gli ictus emorragici. Gli autori della ricerca hanno dunque dimostrato che mangiare frutta ogni giorno produce effetti benefici sia in individui sani, sia negli ipertesi o nei cardiopatici, rendendosi così necessarie importanti e capillari iniziative di educazione e politiche che ne incentivino i consumi, migliorandone la disponibilità e l’accessibilità.
Se a questo si aggiunge un miglioramento del trattamento dei prodotti nella filiera dell’ortofrutta dalla lavatura al confezionamento, il rimedio naturale al nostro sistema immunitario acquista ancora più forza.
Di questo si sta occupando l’Università di Udine con il progetto triennale di ricerca nazionale «Ager-Stayfresh» finanziato con 1,2 milioni di euro da Ager, associazione di 13 fondazioni bancarie che sostengono la ricerca nel settore. Cinque le soluzioni definite dal progetto: l’impiego di antagonisti naturali al posto dei fitofarmaci, l’utilizzo di tecnologie «green» per estendere la vita commerciale della frutta di IV gamma, mediante sistemi di bioconservazione o trattamenti fisici quali radiazioni luminose, trattamenti ipobarici e atmosfere protettive non convenzionali a base di oli essenziali quali cedro, timo e origano.
Al progetto partecipano le università di Bologna, Milano e Teramo e la Libera università di Bolzano, il Parco tecnologico padano e il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura. I risultati saranno presentati durante il primo convegno conclusivo del progetto, «La mela di IV gamma», in programma il 3 settembre a Bolzano.
Lavinia Macchiarini
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