Coco Chanel e la first lady più amata della storia, unite da un abito; quel famoso tailleur rosa con colletto nero e cappellino abbinato. Vista così sembrerebbe una semplice vicenda di costume e moda tra due splendide donne, ma in realtà c’è un tragico evento attorno a questa unione e una data precisa che segna indelebilmente il mondo moderno.
L’immagine ormai storica di “Jackie” di fronte a Johnson sull’Air Force One mentre il vice presidente presta giuramento, è parte integrante del novecento. In quell’istantanea c’è tutto: una moglie con l’abito sporco di sangue, con il corpo del marito John Kennedy ancora caldo ma ligia, sempre, al suo dovere. Un’insieme di profonda amarezza, sconcerto, paura, commozione e soprattutto pietà e compassione. Per noi tutti è il Presidente, per lei, semplicemente il marito, il padre dei suoi figli, l’uomo che amava.
Il 22 novembre del 1963 non si spengono soltanto le speranze di un’intera nazione e i sogni di una favolosa generazione ma anche il cuore di una delle creature più belle, affascinanti ed eleganti del XX secolo. E’ Jacqueline Lee Bouvier che insieme alla Principessa Grace Kelly di Monaco, proprio in quegli anni, fanno sognare le giovani fanciulle di tutto il “paese”, portando in alto lo stile, la “classe” e l’onore di sentirsi prime donne. “Jackie” come la “Grace” sono l’esempio più eclatante di come l’amore vero trionfi su tutto e come sia azzeccata l’ormai famosa teoria che dietro un grande uomo ci debba essere inequivocabilmente una grande donna. A soli 34 anni, la nostra Jacqueline perde il suo amato principe azzurro, in quel di Dallas, e soprattutto in una delle circostante più strane e assurde che si siano mai verificate. Non fu più la stessa, quel giorno gli cambiò la vita, per sempre, così come la cambiò ad una nazione intera. Tante prima, altrettante dopo, ma è indiscutibile il fatto che ancora oggi la First Lady per eccellenza rimane senza ombra di dubbio Lei, “Jackie”; la donna che ha fatto sognare, gioire, sperare e piangere le magnifiche ragazze degli anni sessanta.
Mirko Crocoli
Un pensiero su “Jacqueline Kennedy. Quel 22 novembre che gli cambiò la vita…”