“Nessun uomo ti farà sentire protetta e al sicuro come un cappotto di cachemire e un paio di occhiali neri “(C.Chanel)
Coco Chanel non ha neanche bisogno di presentazioni o biografie. Non ha fatto solo parte della storia, è stata Lei, parte integrante della storia stessa; la cosa è ben diversa! Il perché è semplice; perché è la più grande di tutti, la magnifica, l’esuberante, la donna più geniale del novecento. Quando si vince l’immortalità come ha fatto questa “piccola” signora d’oltralpe è bene sempre usare il presente storico, poiché tramite le sue “creature” sartoriali e le sue fragranze, ancora oggi, vive nel cuore e nell’animo di moltissime donne.
La stilista imprenditrice per antonomasia, con un talento unico e un istinto ineguagliabile. Dapprima il Bianco e nero “monacale”, poi i Tailleur gonna e giacca con cappellini abbinati, come quello tristemente celebre indossato da Jackie Kennedy a Dallas e soprattutto Regina indiscussa dell’aroma più famoso al mondo, quello che ancora porta il suo nome accompagnata dal numero 5. E’ il profumiere francese e amico di Coco, Ernest Beaux, a creare nei primi anni venti per l’adorata collaboratrice circa due dozzine di profumi; uno diverso dall’altro. Alcuni sostengono che Lei scelse la boccetta numero 5, altri che essendo il giorno 5 maggio il fattore astrale e scaramantico ha prevalso, altri invece, versioni meno attendibili. Quella in assoluto più concreta è la teoria della quinta fragranza, che ha immediatamente conquistato i sensi della straordinaria Coco. Quelle goccioline di “mistero” che hanno fatto impazzire tante Star di Hollywood, a partire da Marylin Monroe e dall’artista/pittore Andy Warhol; maestro indiscusso della Pop Art. Nata il 18 Agosto 1883 a Saumur, di nome Gabrielle Bonheur Chanel, conosciuta come “Coco”, morta il 10 gennaio 1971 a Parigi, amava sostenere che: “Per essere insostituibili bisogna essere unici”. Bè, carissima, tu non solo sei stata per la moda e il costume unica ed insostituibile, ma molto altro, qualcosa che ti ha reso la più immensa di tutte.
Mirko Crocoli









