Venezia, Palazzo Ducale: restaurato uno dei portali sommitali della scala d’oro


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Dopo cinque mesi di lavori, gli altorilievi raffiguranti avvenimenti e simboli della storia di Venezia tornano allo splendore originario

palazzo ducale venezia

Per secoli è stato coperto da patina e depositi di polvere. Oggi, dopo un intervento di restauro durato cinque mesi, torna al suo antico splendore uno degli ingressi monumentali alle sale pubbliche situato in sommità alla Scala d’Oro di Palazzo Ducale, a Venezia. L’intervento di recupero è stato interamente sostenuto dell’azienda “Gli Orti di Venezia”.

L’operazione rappresenta la prima occasione di restauro per il portale cinquecentesco che conduce all’Atrio Quadrato, vestibolo delle sale in cui si riunivano i più importanti organi di governo veneziani e caratterizzato dal soffitto intagliato e dorato che incastona dipinti del Tintoretto. L’intervento conservativo, è consistito in una pulitura di tipo tradizionale, con metodi chimici, delle superfici in pietra d’Istria scolpite ad altorilievo raffiguranti scene simboliche che rimandano ad avvenimenti storici, commemorativi cari ai veneziani e a temi quali potenza, forza militare, saggezza e giustizia. La lavorazione è poi proseguita con la revisione delle stuccature in malta  presenti sul portale per concludersi con il trattamento protettivo finale con cere.

L’articolazione tridimensionale dei rilievi e la presenza di numerose miniature a bassorilievo ha richiesto lavorazioni precise e localizzate che hanno reso particolarmente complesso e delicato l’intervento.

Il Servizio Tecnico e Manutenzioni di MUVE ha diretto i lavori. L’esecuzione è stata affidata alla ditta veneziana Lares Srl che aveva già operato all’inizio degli anni 2000 per il restauro della restante parte della Scala d’Oro.

 

La storia

I portali che si affacciano sull’Atrio Quadrato di Palazzo Ducale si inseriscono cronologicamente in quella lunga serie di lavori di ristrutturazione iniziata nel 1483 nell’Ala Orientale del Palazzo e proseguita nel resto dell’edificio fino agli anni Sessanta del XVI secolo.

Il progetto in particolare di una scala d’onore, interpellati architetti come il Sanmicheli e il Palladio, fu affidato infine a Jacopo Sansovino che ne realizzò la parte iniziale sotto i dogi Lorenzo e Girolamo Priuli che governarono tra il 1556 e il 1567. L’ultimazione dei lavori fu invece seguita dallo Scarpagnino dal 1559 e poi sotto il dogato di Venier. L’arco con lo stemma del doge Andrea Gritti era stato eretto in precedenza a partire dal 1538 ed in corrispondenza di una scala lignea provvisoria. La Scala d’onore fu denominata d’Oro per le fastose decorazioni della volta a botte eseguite in stucco e foglia d’oro a partire dal 1557 da Alessandro Vittoria e affrescate nei riquadri da Giambattista Franco.

La Scala, nata dall’esigenza di separare gli ambienti dedicati alla privata abitazione del doge dal Palazzo di Giustizia, si articola su cinque rampe, l’ultima delle quali si affaccia sull’Atrio Quadrato, sorta di vestibolo delle sale in cui si riunivano i più importanti organi di governo. L’ambiente è caratterizzato dal soffitto intagliato e dorato che incastona dipinti del Tintoretto mentre l’apparato architettonico è scandito da pilastri lapidei, compositi e scanalati.

I Portali a chiusura della Scala d’Oro sono coronati da due arconi sommitali, decorati a riquadri con bassorilievi finemente scolpiti che raffigurano scene fortemente simboliche che rimandano ad avvenimenti storici, commemorativi e ai temi cari ai Veneziani quali potenza, forza militare, saggezza e giustizia. In particolare sugli stipiti è rappresentato il leone nella versione raccolta “in moléca” in posizione frontale e accovacciato,  in questo caso con il libro chiuso a simboleggiare la sovranità delegata e quindi delle pubbliche magistrature.

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