Cinema amore mio Il gigante di Hollywood


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Spencer Tracy - fonte: internetSe c’è un attore che ha cambiato completamente i canoni recitativi nella Hollywood di fine anni  ’30 quell’attore è stato Spencer Tracy: il gigante.

Tracy cancellò, per sempre quel modo affettato di recitare tanto in voga in quegli anni, a favore di interpretazioni chiare e dirette. Nessuna incertezza, nessun volo di fantasia, sempre vero, sempre credibile,  uno stile è autentico, sempre dentro il personaggio come fosse la sua stessa pelle.

Prendiamo “Capitani coraggiosi” che gli avvalse il primo Oscar e datato 1938. Una delle interpretazioni più sconvolgenti della sua carriera. In questo ruolo del pescatore portoghese che parla con i pesci, Tracy è quel pescatore. Diventa intimamente parte del mare come di quel pesce che vuole a tutti i costi catturare.

Tracy ha interpretato 64 films, aggiudicandosi 2  Oscar e ben 9 nomination.

Qualche titolo indimenticabile della sua straordinaria storia d’attore: “Furia” datato 1936 in cui ci fa vivere la trasformazione di un uomo buono del tutto normale in un mostro e Tracy si cala a tal punto in questo personaggio fino a modificare il suo stesso corpo come non riuscisse a contenere tanta furia;  “La città dei ragazzi” con cui si aggiudicò il secondo Oscar nel 1939; “Il dottor Jekyll e Mr. Hyde” del 1941 accanto ad Ingrid Bergman, il suo unico insuccesso di botteghino, Spencer non si trovò mai a suoi agio nella mascherata di quel personaggio, parrucca, denti finti tutte quelle cose posticce che non gli appartenevano, non era quello il suo stile e sembra che il pubblico la pensasse esattamente come lui anche se Ingrid Bergman nel ruolo della prostituta vinse il suo primo Oscar; “Il padre della sposa” del 1950 con la deliziosa e giovanissima Liz Taylor, “Il vecchio e il mare” del 1958; “Vincitori e vinti” anno 1961 nel ruolo complesso del giudice incaricato dagli americani di presiedere il processo di Norimberga.

Ma non si può fare a meno, scrivendo di questo gigante della cinematografia mondiale, di descrivere sebbene solo parzialmente, il suo lato privato che poi tanto privato non fu. La sua lunga storia d’amore con un’altra vera quercia dello star system: Catherine Hepburn. Sodalizio sentimentale ed artistico che scoppiò sul set del film “La donna del giorno” del 1942. Sembra che quando gli proposero di fare il film lui disse: “Come posso lavorare con una donna che porta sempre i pantaloni?”. Poi, la vide e fu subito amore. Spencer e Catherine hanno girato insieme 9 film tra cui ricordiamo: “ La costola d’Adamo”, “Lui e lei”, “La segretaria quasi privata” fino all’ultimo ed indimenticabile film girato da Spencer “Indovina chi viene a cena?” diretto da Stanley Kramer. Spencer e Catherine, in questa pellicola superano loro stessi, anzi, forse, mai come in questo film ci parlano di loro, della loro amore, delle loro idee, della loro stessa vita con un sentimento che schianta il cuore ma che nello stesso tempo tiene ben vivo l’intelletto. Era il 1967 due settimane dopo le riprese di questo film Spencer Tracy muore. Con Catherine ha condiviso 30 anni d’amore e lei è rimasta al suo fianco sino all’ultimo, ma non va ai funerali per rispetto verso la moglie dalla quale Spencer non ha mai divorziato perché cattolico e per rispetto verso uno dei figli affetto da una grave malformazione.

Catherine Hepburn ha detto di lui: “Mi chiedono spesso cosa avesse di speciale Spencer da farmi restare con lui per 30 anni. Onestamente non lo so. Lui era lì ed io ero sua. L’ho sempre trovato completamente… completamente…completo!”

Anche noi, anche noi, anche noi….



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