Cinema: amore mio! Una birbonata tosco-partenopea


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Non ci resta che piangereNon si può definire diversamente l’esilarante commedia scritta, diretta e interpretata da due grandi del cinema italiano: Roberto Benigni e l’adorato Massimo Troisi. Il film in questione è:  “Non ci resta che piangere” girato da questo irresistibile duo nel 1984.

Nelle scene, Troisi e Benigni, si dividono perfettamente i ruoli, come raramente accade, facendo l’uno la spalla all’altro, improvvisando pause e battute e favorendo una sorta di straniamento linguistico e figurativo che ha reso questo film indimenticabile.

La storia è quella di due ragazzotti impreparati (Saverio-Massimo maestro elementare e Mario-Roberto bidello) che sorpresi da un acquazzone si riparano in un casolare dove si addormentano.

Che è e che non è, quando si svegliano si ritrovano trasportati da una misteriosa macchina del tempo, a vivere nel 1492. E da questo momento in poi accade di tutto…

 

E’ una commedia che non affatica il cervello, non incoraggia il turpiloquio, non segue le mode ma scivola leggera nel gioco dell’assurdo con allegria e invettiva.

I due attori, provenienti da due universi comici tanto diversi, due maschere tanto dissimili, si integrano con assoluta naturalezza nei personaggi assecondando una narrativa libera e vivace che non fa altro che valorizzare le loro stesse differenze interpretative.

“Un gioco delle parti”, di pirandelliana memoria, a dir poco perfetto.

Al loro fianco alcune figure femminili, prima fra tutte, val la pena di ricordare, il bellissimo debutto della giovane Amanda Sandrelli nei panni di Pia, un’ingenua nobildonna del 1400.

“Non ci resta che piangere” è uscito nelle sale cinematografiche come film di Natale, uno degli ultimi film autentici che nulla ha a che vedere con i più recenti ed a dire il vero, insopportabili, “cinepanettoni preconfezionati natalizi”.



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