Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie


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E’ un viaggio che vede intrecciasi a doppio filo la storia del cinema con quella del costume, un insieme di immagini che conosciamo e che pure ci sembra di non avere mai visto. La mostra “Il cinema con il cappello. Borsalino ed altre storie”, ideata dalla curatrice della fondazione Borsalino, Elisa Fulco e curata dal critico cinematografico Gianni Canova, è aperta gratuitamente al pubblico dal 18 Gennaio al 20 Marzo alla Triennale di Milano.

“Gli uomini non indossano abbastanza cappelli”: così, con una frase dei Monty Python, ha inizio un percorso che parla di trasgressione ed erotismo, di ironia ed inquietudine, di seduzione e spensieratezza. Il cappello si fa oggetto narrante, caratterizzando personaggi e storie, rendendole per noi indimenticabili. Così è nella carralleta di immagini de “Il cappello inquietante” che, partendo da Freddy Krueger, mette in scena una vera e propria “inquietudine col cappello” e così è anche nella serie di immagini che danno vita al film “Il cappello erotico”: Marlene Dietrich ne “L’angelo Azzurro”, Lena Olin ne “L’insostenibile leggerezza dell’essere” e molte altre femmes fatales che hanno usato il cappello per sedurre e non per coprire. Il viaggio prosegue a testa in su con “I cappelli che volano”, proiezione bellissima che offre una successione di immagini, sapientemente montate, capaci di dare conto di quanto questo accessorio sia legato alla storia della cinematografia: Thelma e Louise, Riso Amaro, Per qualche dollaro in più, Into the wild, Morte a Venezia e tanti altri film le cui scene più significative, più indelebilmente impresse nella nostra memoria, trovano emblema proprio nel cappello. Bella lo storia dell’ azienda Borsalino: l’artigianalità della manifattura e il matrimonio tra Borsalino ed il cinema, duraturo e monogamo. Andetela a vedere, ne vale la pena. Poi, uscendo, compratevi un cappello: la stagione che sta finendo ne ha proposti moltissimi e tanti altri ancora saranno presenti nelle collezioni P/E presto nei negozi. Un unico avvertimento: state attenti alla scelta, provatelo e riprovatelo, guardatevi, piacetevi. Il cappello ci caratterizza, parla di noi, “diventa noi”. Sergio Leone ha detto di qualcuno “mi piace perché è un attore che ha solo due espressioni: una col cappello e una senza il cappello” e lo ha detto di Clint Eastwood.

 

Claudia Rossi



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