Il gusto nel Carnevale


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Il Carnevale comprende il periodo dall’Epifania al Mercoledì delle Ceneri; un tempo raggiungeva l’apice con il pasto del martedì grasso, tradizionalmente caratterizzato dall’abbondanza di carni di prima qualità. In effetti si tratta di una festa gastronomica antichissima definita “il frammento più antico e meglio conservato della cultura popolare” ,  risale al tempo degli antichi romani che celebravano appunto  tra Dicembre e Marzo i “Saturnali”.

 

TORTELLI-DI-CARNEVALESi trattava di  feste dove si evocava il tempo di Saturno in cui, “gli uomini vivevano come dei, avendo il cuore tranquillo, liberi da fatiche e sventure” recitava Esiodo. Usavano banchettare tra orge, balli, sfilate in maschera e sui carri in un mondo rovesciato dove i servii indossavano gli abiti dei padroni, dove  cibo e vino correvano in abbondanza per tutti. I cristiani poi trasformarono questa festa pagana nel Carnevale, dal latino “Carne Vale“:ossia, addio carne.  In Europa, per secoli, si uccideva il maiale prima di entrare nella lunga quaresima imposta dalla Chiesa ma anche dalla povertà dei campi che non producevano nulla sino al raccolto estivo. I “banchetti pantagruelici” subirono una brusca frenata al tempo di Carlo Magno, in quanto la Chiesa emanò un editto che limitava il numero delle portate nelle feste di carnevale, che però presto ripresero più luculliane di prima. Nel secolo scorso invece, durante i festeggiamenti era usanza cucinare dolci veloci, poco costosi, da offrire alla moltitudine di persone che intervenivano. Da qui la tradizione dei fritti: acqua, farina e zucchero che ancora oggi, pur con qualche ingrediente in più, si trasformano in castagnole, frittelle, zeppole, tortelli, struffoli, frappe, cenci, chiacchiere.

Gli Scroccafusi

Sono dolci carnevaleschi tipici delle Marche. Molto probabilmente l’etimologia di scroccafusi nasce dal “rumore” che producono nel mangiarli. Un tempo venivano cotti nel forno a legna utilizzando esclusivamente legno di canna per ottenere una fiamma moderata. Per un’antica superstizione maceratese, se un estraneo, o anche un futuro parente, fosse entrato in cucina mentre la massaia era intenta a preparare gli scroccafusi, questi dolci non sarebbero riusciti bene. Per scongiurare il pericolo, era indispensabile sputare in terra tre volte e tracciare con la scarpa sul pavimento un segno propiziatorio.

La ricetta

Tempo di preparazione : 2 ore

Ingredienti: 400 g. di farina bianca – 5 uova – 300 g. di zucchero – 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva – 4 cucchiai di mistrà (un liquore tipico marchigiano e laziale) – la scorza grattugiata di un limone – olio q.b. – liquore alchermes – zucchero q.b.

Preparazione: In una ciotola, lavorate bene le uova e lo zucchero con un cucchiaio di legno. Aggiungete due cucchiai d’olio, la scorza del limone ed il mistrà,  continuando a mescolare. Unite a pioggia la farina setacciata e amalgamate bene gli ingredienti: dovrà risultare un composto leggero ed omogeneo. Trasferite l’impasto ottenuto in una tasca da pasticcere e formate delle palline grandi quanto una noce. Incidetene delicatamente la sommità con una croce e passatele una alla volta in una pentola d’acqua bollente; toglietele al galleggiamento ed adagiatele su un telo pulito per farle asciugare; copritele con un panno pulito e asciutto. Asciugatele bene e friggetele in olio bollente: si schiuderanno formando un fiore. Poneteli su carta da fritti e irrorateli di alchermes e zucchero.

Le frittelle

ingredienti: 500 g di farina – 150 g di zucchero – 4 uova – 2 bicchieri di latte – scorza di limone grattugiata – 1 bustina di lievito – sale – zucchero a velo – cannella (a piacere).

preparazione: Unire le uova intere e lo zucchero, lavorare il tutto fino ad ottenere una spuma chiara a cui aggiungerete un pizzico di sale e la scorza di limone grattugiata, la cannella, il latte e la farina. Mischiare tutto fino ad ottenere un composto omogeneo, per finire unire il lievito. Con il cucchiaio formate delle frittelle di pasta da gettare nell’olio bollente. Durante la cottura le frittelle raddoppiano il loro volume. Una volta cotte scolatele e asciugatele e servite con zucchero a velo.



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