Sardegna. Cavoli che faro!


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Al n. 1262 dell’elenco dei fari Italiani troviamo l’antica lanterna situata sull’isola dei Cavoli.  Si potrebbe definire uno scoglio più che un’isola vista la sua ridotta superficie di circa 0,432 km².. Cavoli è situata a meno di un chilometro a sud-est di Capo Carbonara nella Sardegna meridionale e sul punto più alto della piccola isola granitica, a circa  40 metri dal livello del mare, fu realizzato nel 1856 il faro alto 37 metri che comprende  l’edificio su due piani e  la torre cilindrica della lanterna.  Nella struttura è stata inglobata anche una torre difensiva spagnola, costruita nel 1591,  le cui pareti sono ricoperte da piccole tessere con colori cangianti dall’azzurro al viola. 

I guardiani del faro furono gli unici abitanti dell’isola anche se nel periodo della guerra fu un rifugio sicuro per molti.  Essendo il faro ormai automatizzato, ad oggi l’isola è completamente disabitata. Gli unici ospiti sono i ricercatori della Facoltà di Biologia di Cagliari che hanno scelto l’isola per costituire il centro ricerche.  Nel 2011  la giunta comunale di Villasimius ha approvato il progetto preliminare per la ristrutturazione di quel meraviglioso patrimonio ma per ora l’edificio si trova in precarie condizioni di stabilità.

A questo faro sono legate tante storie e misteri, vicende vissute dai guardiani che rimanevano isolati per mesi,  Un’ isolamento che provocava un grande disagio tanto da indurli a incidere su un masso di granito una frase in  latino “Cavoli insula, carcer sine claustris” (Isola dei Cavoli, carcere senza sbarre).

 

Un disagio creato non solo dalla solitudine ma anche dai problemi di sopravvivenza che si facevano sentire quando le condizioni avverse del mare non permettevano l’arrivo né di vivere né di aiuti di alcun genere, come accade a un certo signor Carta, il guardiano che prestava servizio negli anni 30. Una vicenda che segnò la storia del faro quella della famiglia Carta che si trovò ad aver esaurito ogni scorta commestibile e fu costretta una notte a cibarsi un gabbiano trovato morto, molto probabilmente a causa della bufera eccezionale in corso,  nei pressi del faro. La voce girò in fretta e nessuno voleva prestare servizio al faro di Cavoli, ormai l’isola si era guadagnata una  fama sinistra. A confermare questa teoria però, furono anche gli avvenimenti che seguirono. Infatti si racconta che negli anni 60 vi fu un’altra storia sfortunata legata a un guardiano che viveva da solo,  una notte cadde dalle scale, si ruppe le costole e si perforò un polmone. L’uomo si rese conto che nessuno sarebbe andato ad aiutarlo ed ebbe il coraggio e la tempra di nuotare in quelle condizioni fino a Villasimius, dove fu soccorso e salvato.  Il guardiano che lo sostituì ebbe la peggio. Di lui si hanno poche tracce ma pare che non sopportò tanta solitudine e per questo mise fine alla sua vita. Da allora il faro fu automatizzato e nessun guardiano varcò più la soglia del faro.



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