Sardegna. Il Faro di Capo S. Elia, un pozzo di storia


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All’elenco fari n. 1270, Latitudine: 39° 11,0` N – Longitudine: 9° 8,9` E  troviamo il Faro di Capo Sant’Elia. Situato nelle vicinanze di Cagliari, adiacente a baia di Calamosca,  ha una singolare posizione perchè separa il Golfo degli Angeli dal Golfo di Quartu. Si tratta di uno dei fari più antichi della Sardegna, fu costruito nel 1850, poi attivato nel 1860 dal Regio Ufficio del Genio Civile ed è stato elettrificato nel 1937 per facilitare la vita e il lavoro dei faristi. Il faro è costituito da un edificio a due piani sormontato da una torre cilindrica a strisce bianche e nere.  L’ultimo farista di Capo Sant’Elia si chiama Paolo Saba e proviene da Gonnosfanadiga. Dopo aver prestato servizio in Marina nella vigilanza, quattordici anni fa, la svolta: la richiesta da parte della Marina di personale disponibile a trasferirsi nei fari, il corso a La Spezia e l’inizio di una nuova vita. Per Saba non è stato il primo faro, prima ha prestato servizio presso il faro di Capo Bellavista

Nel 2008 un gruppo di archeologi guidato da Roberto Sirigu ha ritrovato sul promontorio in mano alla Marina militare, duemilacinquecento anni storia, dal periodo punico fino alla seconda guerra mondiale e oltre, concentrati in pochi chilometri quadrati. Una fitta vegetazione che ha ricoperto il promontorio dove si erge il faro,   ha attecchito su cisterne romane, tessere di antichi mosaici, gradini scavati nella roccia e perfino una domus de janas riattata ad usi civili, il colle si sta rivelando un pozzo di storia a cielo aperto.

 

 



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