Il respiro: un ponte tra il conscio e l’inconscio


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RESPIRO“Esiste un modo di respirare che è inibito e restrittivo. Ma ne esiste un altro: un respiro d’amore che ti con- duce fino all’infinito” (RUMI)

“Se conosco il suono del mio respiro? No, non ci ho mai fatto caso. Ma cosa ha a che fare il respiro con il cambiamento?” Uno studente zen dice al suo maestro che ha difficoltà a concentrarsi. Il maestro gli risponde di concentrarsi sul respiro. Ma lo studente si lamenta: “Il respiro è così poco interessante”. Il maestro allora prende il ragazzo, lo spinge in una vasca e gli tiene la testa sott’acqua per qualche istante. Quando il giovane ritorna disperatamente in superficie per cercare l’aria il maestro gli chiede: “Allora, il respiro è così poco interessante?”.

In tutte le tradizioni antiche, il respiro è legato allo spirito. Per i Greci lo spirito era Pneuma, il soffio vitale. Per i Romani era Spiritus, per gli Hindu Atman, ovvero “Dio nel corpo”. Con le parole nafas e ruh, “il respiro e l’anima di Allah”, nel Corano il respiro viene indicato come un’energia divina che regola le emozioni e l’equilibrio del corpo umano. Nell’ebraismo il nome di Dio è YHWH. Non viene mai pronunciato, ma se ci si provasse, il suono che ne uscirebbe sarebbe simile a quello di un respiro. Nel secondo capitolo della Genesi, Dio creò il primo essere umano e “soffiò nelle sue narici il respiro della vita” e l’uomo divenne un’anima vivente. In uno dei libri più antichi dello Yoga Kashmiri, il praticante è istruito su come respirare profondamente così che lo spirito sia nutrito e si dice che i miracoli degli yogi siano principalmente dovuti al controllo del respiro. Mito? Verità?

Vero è che alterando il tipo di respirazione variamo la composizione chimica del nostro sangue e modifichiamo emozioni e stato d’animo. Dan Brulé, pioniere nello studio del respiro, spiega: “I modi di respirare sono come impronte digitali: unici per ognuno di noi e unici in ogni momento. Il modo in cui respiri quando hai paura o ti senti ferito è diverso dal modo in cui respiri quando sei calmo o rilassato. Il modo in cui respiri quando sei geloso o arrabbiato è diverso dal modo in cui respiri quando ti senti in pace col mondo. Il modo in cui respiri quando lavori su un problema di matematica è diverso dal modo in cui respiri quando hai un orgasmo. Qualunque siano i tuoi problemi, temi da risolvere o sfide del momento, ci sono certi modi di respirare che stimolano i tuoi sintomi di malessere o persino li rendono peggiori, mentre ci sono altri modi di respirare che li riducono e anche li eliminano. Ci sono persino modi di respirare che producono profondi stati di pace, intuizione ed estasi”.

La respirazione è un perfetto ponte tra il conscio e l’inconscio. È una delle poche funzioni corporee su cui possiamo agire consapevolmente: se lo desideriamo possiamo accelerare il nostro respiro, rallentarlo, ampliarlo o approfondirlo. Ma esso continua a funzionare anche se non ce ne occupiamo: in questo momento, mentre state leggendo e la vostra attenzione è rivolta altrove, il vostro respiro continua a esistere.

Inoltre, è l’unica funzione senza la quale non possiamo sopravvivere per più di pochi minuti: possiamo digiunare per diversi giorni, un mese ed anche più, possiamo restare senza bere per tre giorni in media, possiamo restare senza dormire per oltre ventiquattr’ore senza avere danni ai circuiti cerebrali, ma non possiamo restare senza respirare per più di tre minuti!

Pare che ben il 75 per cento delle tossine del nostro corpo siano rilasciate attraverso il respiro. Recenti studi hanno anche dimostrato che pazienti malati di cuore e infartuati che hanno imparato la respirazione profonda hanno sensibilmente migliorato la loro salute e a lungo termine.

Una respirazione profonda e piena esegue un massaggio tonificante per gli organi interni ed i muscoli addominali e si è dimostrata utile in molti casi di ipertensione e di ansia.

Nel suo decalogo per raggiungere una salute eccellente, il celebre autore e medico Andrew Weil mette al primo posto proprio il respiro, affermando: “La sola e prima tecnica più efficace di rilassamento che conosco è la regolazione consapevole del respiro. Semplicemente focalizzando l’attenzione sul respiro e non facendo niente per cambiarlo, vi avviate già verso il rilassamento”.

Di contro, la prima reazione che abbiamo quando siamo di fronte a qualcosa o qualcuno che ci fa paura è trattenere il respiro. È una reazione inconscia antichissima che abbiamo ereditato dai nostri antenati cacciatori e possiamo tuttora vedere in azione negli animali. Pensate ad un animale selvatico che fiuta il pericolo: la sua prima reazione è di trattenere il respiro per poi decidere se fingersi morto, fuggire o attaccare. Anche noi, quando siamo di fronte alle sfide della vita, tendiamo a trattenere il respiro. In questa maniera il tasso di anidride carbonica nel sangue aumenta provocando un intorpidimento dei sensi che non ci fa sentire la paura. Ma non viviamo più nella foresta. A differenza dei nostri antenati non dobbiamo difenderci dalle tigri con i denti a sciabola. Ora i pericoli che incontriamo sono per lo più emozionali. Ora cerchiamo di difenderci da quelle che percepiamo come aggressioni verbali, dal disagio esistenziale, dal senso di inadeguatezza, dalla paura di essere giudicati. E tutte le volte che un simile pensiero affiora, auto- maticamente tratteniamo il respiro. Non ci credete? La prossima volta che con l’auto passate un po’ troppo velocemente davanti ad una pattuglia di carabinieri notate com’è il vostro respiro…

Il rischio è di abituarci a mantenere le nostre capacità respiratorie al minimo, come se dovessimo continuamente proteggerci dal pericolo. Così facendo, viviamo costantemente la sensazione di non avere abbastanza. Credete di non avere abbastanza tempo, soldi, amore, amici e via di seguito? Le vostre cellule hanno abbastanza ossigeno? È solo quando finalmente riapriamo il nostro respiro e modifichiamo i nostri schemi respiratori che la trasformazione può avvenire.

Vitalità e benessere: il corpo respira! Un esercizio pratico…

Inizia a stenderti a terra, le mani lungo i fianchi o sopra la testa, come ti è più comodo. Inarca la schiena e poi riportala piatta sul pavimento. Fai questi movimenti lentamente e non in maniera brusca. Nota le sensazioni nel tuo corpo mentre li fai. Ora inizia a prendere respiri pieni che partono dalla pancia mentre inarchi la schiena ed espira lentamente mentre appiattisci la schiena contro il pavimento. Metti la mani ai fianchi e senti ciò che avviene nel tuo corpo. Se i muscoli dello stomaco sono rilassati la pancia si espanderà, dando spazio agli organi vitali per respirare. Nel frattempo, mentre respiri, la tua spina dorsale si flette e si rilassa. Respirando in questa maniera, massaggia gli organi vitali, allunga la colonna vertebrale e irrora il corpo di sangue ben ossigenato.* Questo semplice esercizio ha curato mali di schiena che duravano da tempo in molte persone.

di Lucia Giovannini



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