Le lombalgie cosa sono e come insorgono


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L’attività fisica disintossica il nostro corpo da sostanze tossiche di origine alimentare o ambientale, ma nessuna attività sportiva può prescindere dalla buona salute della nostra colonna vertebrale. Anche questa, infatti, può andare incontro a problematiche patologiche per usura, per scorrette abitudini posturali o per predisposizione costituzionale. Una buona attività fisica può ridurre le difficoltà dei pazienti, ma non è sufficiente. Le lombagie non nascono improvvisamente, ma possono essere “preparate” da difetti nella crescita del bambino quali la scoliosi. Utile, quindi, intervenire nell’infanzia, così che il corpo del futuro adulto sia meno soggetto a questa complicazione patologica. Viceversa, le conseguenze non diverranno risolvibili nel prosieguo del tempo nonostante i progressi della chirurgia ortopedica.

lombalgiaL e lombalgie sono manifestazioni dolorose della colonna vertebrale che occupano un posto di rilievo per frequenza e per richiesta di visite nel complesso della patologia reumatica. La patologia dolorosa che interessa il rachide lombare, è indubbiamente in aumento oggi, anche per un insieme di elementi comportamentali che agendo negativamente sull’individuo favoriscono la degenerazione dei dischi intervertebrali. Guidare l’automobile a lungo, svolgere attività sportiva all’inizio non guidata praticando senza un progressivo allenamento sforzi eccessivi, specie se si ha un’insufficiente muscolatura, lavorare in scomode posizioni obbligate, dannose per la colonna lombare, sono tutte concause che possono peggiorare una preesistente condizione di precarietà fisica dell’individuo. I progressi compiuti dalla scienza circa la patologia vertebrale e le innovazioni tecnologiche diagnostiche odierne, permettono di inquadrare con molta precisione le varie patologie dolorose vertebrali e di affrontarne correttamente i problemi. È necessario innanzitutto accertare se l’alterazione è primitivamente muscolo-scheletrica, viscerale, o neurologica, non soltanto ascoltando attentamente e pazientemente il malato, ma anche suffragando quanto diagnosticato con dati obiettivi e strumentali. Purtroppo, si deve riconoscere che, spesso, per un “dolore lombare” si continuano a porre frettolose diagnosi vaghe e imprecise (quali ad es. lombalgia, sciatica) o ad usare impropriamente termini (quali discopatia, artrosi o ernia del disco) che, in realtà, si riferiscono a ben precisi ed accertati quadri morbosi. Parlando, infatti, di lombalgie dobbiamo distinguere. Esistono le pseudo lombalgie (dette pseudo perché non di origine osteoarticolare) riferite in sede lombare, ma di origine viscerale quali ad esempio quelle riconducibili a patologie renali, gastroenteriche, o utero pelviche. Ci sono le cosiddette lombalgie sintomatiche quali quelle dovute a gravi malattie vertebrali (ad es. tumori primitivi, metastasi, osteoporosi, mieloma, spondiliti infettive, etc) oppure a reumatismo infiammatorio localizzato in sede lombare (ad es. spondiloartrite, artropatia da psoriasi, etc). Inoltre, esistono lombalgie di origine psicogena dovute a nevrosi d’ansia o a reazioni ansioso-depressive dopo traumi vertebrali, in verità anche queste di frequente riscontro e di difficile interpretazione. Infine, ci sono le lombalgie che possiamo considerare “comuni” dovute a degenerazione dei dischi intervertebrali (per deterioramento strutturale del disco) oppure a degenerazione delle articolazioni vertebrali specie posteriori. Per meglio capire la funzione della colonna vertebrale, dobbiamo sapere che anatomicamente essa è costituita dall’alternarsi di due diverse strutture essenziali, una rigida (la vertebra) ed una elastica (il disco intervertebrale). Quest’ultima è costituita da un anello fibroso periferico e da un nucleo centrale di consistenza gelatinosa (detto nucleo polposo) ricco di liquidi. E’ proprio tale disco intervertebrale, che, per il suo contenuto in liquidi, assume un’importantissima funzione ammortizzatrice, poiché attenua le eccessive sollecitazioni di colonna, intervenendo nella distribuzione delle linee di forza che si formano sulle strutture rigide (vertebre). Infine, quando si parla di artrosi vertebrale, è necessario distinguere tra artrosi delle facce articolari intervertebrali che, nei movimenti si articolano fra loro, ed artrosi del disco intervertebrale che, deteriorandosi lentamente nel tempo, perde la sua funzione ammortizzante, e la sua elasticità. Tale disco, inoltre, a volte fissurandosi nella parte fibrosa, quasi sempre in seguito ad improvviso sforzo, può spostarsi fuoriuscendo fra le vertebre (formando,appunto, l’ernia del disco) nelle varie direzioni (anteriore, antero-laterale, posteriore, e postero-laterale). In questa situazione, si può arrivare, nei casi più gravi, fortunatamente rari, a sofferenze compressive di ordine midollare compromettenti la motilità. La prevenzione delle lombalgie si basa soprattutto sulla correzione precoce (già in età scolare) di fattori predisponenti (quali scoliosi,cifosi, iperlordosi, patologie queste ove la colonna perde la sua fisiologica curvatura). Un buon lavoro lo svolge il buon mantenimento della tonicità muscolare con ginnastica quotidiana. Si ricorda che il nuoto rafforza e decontrae specialmente i muscoli lombari correggendo in tal modo anomalie posturali e iniziali patologie articolari e ad impegno lombosacrale.

Dott. Gaetano Giardina

Dirigente Chirurgo Emerito

Fonte: Nell’Attesa – settimanale di informazione socio-sanitaria – partner del gruppo LiberoReporter

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