Un fresco sapore d’estate
La Lavandula officinalis è un arbusto sempreverde a portamento eretto, che può superare il metro di altezza. Coltivarla è facile ma particolare attenzione va posta nel drenaggio, che deve essere ottimo in quanto le radici di queste piante temono i ristagni d’acqua. Per mantenerla “in forma” è necessario potare la pianta energicamente alla fine della fioritura e in modo più leggero a primavera per eliminare i rami rovinati e favorire l’emissione di nuovi getti. Tutte le varietà di lavanda amano il sole e l’epoca della raccolta è in relazione alla varietà, coltivata, all’esposizione e all’altitudine. I fiori, una volta recisi, devono essere sottoposti subito alla lavorazione se si intende ricavarne l’essenza. E’ importante raccogliere i fiori quando non sono ancora completamente schiusi, nelle ore centrali di giornate asciutte. Coltivata per il delizioso profumo delle sue spighe fiorifere è utilizzata sia per la bellezza che per salutari infusi, ma soprattutto per profumare la biancheria.
I fiori di lavanda devono essere essiccati all’ombra ed è necessario conservarli in scatole di latta a chiusura ermetica, oppure si possono chiudere in sacchetti di tela fine e messi in armadi o cassetti. Oltre ad essere utilizzata per la produzione del famoso miele alla lavanda, i suoi fiori si possono mangiare anche canditi, sono usati per aromatizzare marmellate, vini e liquori, o per profumare l’aceto, ma, dosata sapientemente con altre erbe, ha la prerogativa di esaltare il sapore degli stufati. La lavanda è chiamata anche “spighetta di San Giovanni”, perché fiorisce in estate proprio a fine giugno e il suo colore è considerato la tinta del silenzio, della contemplazione e della spiritualità.
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