La magica storia d’amore tra un faro e il suo guardiano


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faro-voltiano-verticaleCARLO UMBERTO RUSCONISi trova sulla vetta del Monte Tre Croci  a Brunate, Como, un faro del tutto atipico e lontano dal mare. E’ il faro voltiano, progettato dall’ingegner Gabriele Giussani,  eretto nel 1927, così come il Tempio Voltiano,  in occasione del centenario della morte di Alessandro Volta. La torre, con base ottagonale,  ha un’altezza di 29 metri e all’interno dispone di una  scala a chiocciola di 143 gradini che porta sino alla sommità. Dalla cima si gode una vista straordinaria, un panorama che abbraccia la zona che va dal primo bacino del lago all’arco occidentale della catena alpina fino al Monte Rosa.  Nella notte,  a partire dal tramonto e fino all’alba, emette alternativamente una luce verde, bianca e rossa. La luce del faro voltiano è visibile sino a cinquanta chilometri di distanza. Si dice che quando il cielo è terso si veda Torino e persino gli Appennini.  Questo bellissimo luogo sarebbe lasciato all’incuria e al vandalismo se non fosse per il suo straordinario guardiano, il signor Carlo Umberto Rusconi che da quando è andato in pensione nel 1995, si prende cura del faro. Lo pulisce, fino a dove può lo dipinge a proprie spese, lo difende dall’indifferenza delle istituzioni.  Un simpatico signore che accoglie tutti come grandi amici e racconta mille aneddoti, finendo spesso nello scherzo. Un mito. Con piacere si unisce agli ospiti che scattano qualche fotografia e per gioco, talvolta, a chi gli sta più simpatico, fa finta di consegnargli le chiavi del faro. Non perdona invece chi arriva sino a lassù per distruggere, sporcare, rompere.  Un amore straordinario tra Carlo e il faro che passerà alla storia.

 



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