Trapani. Solo pesce e che pesce!


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TORREEccomi reduce da un’altra avventura enogastronomica. Questa volta mi sono proiettato nell’estremo sud e nella mia prima terra in ordine di emozioni e struggenti ricordi giovanili. Per la precisione si tratta della città di Trapani, millenario insediamento abitato che al tempo dei romani si chiamava Drepanum. Da sempre insediamento di pescatori molto attivi ed esperti nella pesca di una eccellenza tutta italiana: il tonno. A Trapani, sarebbe una assurdità venire per mangiare carne alla griglia, anche se nella zona ci sono molti ristoratori che cucinano divinamente la carne ovina (alla griglia o il bollito di pecora). Per il momento vi parlerò della mia esperienza unicamente ittica. Già venire al mercato del pesce di Trapani, si intuisce la loro vocazione per il mare e gli eccellenti frutti che esso offre. Il pittoresco (molto visitato dai turisti per il classico vociare dei pescivendoli) mercato, offre ogni specie ittica del Mediterraneo. Tutto è di dimensioni superiori rispetto ai nostri mercati e pescherie. Si rimane sbalorditi nel vedere così tante specie di pesci, crostacei e molluschi e invertebrati vari, ma soprattutto si rimane allibiti nel vederli ancora vivi. PESCE Risulta difficile chiedere ad un pescivendolo se il pesce è fresco o di giornata, quando lo si vede ancora guizzare o muoversi nelle cassette esposte. Questo mercato è il paradiso per ogni chef appassionato di pesce, c’è solo l’imbarazzo della scelta, in particolare quando il periodo di pesca è più favorevole. Ecco come ho scoperto dove mangiare pesce a Trapani e spendere una cifra ragionevole e onesta. Era ora di pranzo e con la famiglia stavo camminando per le vie del porto, quando vedendo degli operai che stavano operando un trasloco, ebbi una brillante idea. Mi avvicinai e con simpatia e cordialità chiesi loro dove potevano indirizzarmi per mangiare dell’ottimo pesce. TONNOMi indicarono un ristorante dal nome impegnativo e interessante “Antichi sapori” che distava poco e che secondo loro faceva al caso nostro. Quindi camminando arrivammo in corso Vittorio Emanuele al civico 191, notando l’ingresso del ristorante (Antichi Sapori tel.0923.22866 – www.antichisaporitrapani.it). Con circospezione, da fuori guardai verso l’interno notando subito un ambiente accogliente, colorato e con poca luce naturale, ma comunque sapientemente illuminato da calde luci. Subito a primo impatto mi è sembrato ideale, e fidandomi del mio istinto, siamo entrati venendo accolti da un simpatico e gentile signore: il signor Francesco titolare del ristorante. Da subito si è instaurato un rapporto cordiale che mi faceva sembrare un vecchio cliente. All’atto dell’ordinazione mi veniva richiesto se volevo affidarmi al menù oppure al consiglio del titolare e delle prelibatezze della cucina del giorno. PRIMO PIATTOCosa non poco importante, che mi ha subito colpito, è stato il fatto che descrivendomi i vari piatti del giorno extra menù mi veniva comunicato il prezzo. Subito accertata la correttezza e onestà del titolare, ordinavamo dei primi costituiti da trenette ai gamberi rossi, pomodorini e prezzemolo con sopra un generosa manciata di mandorle tostate e tritate e un piatto di busiate fatte in casa con sugo al tonno ovviamente fresco, pomodorini, prezzemolo ed una generosissima manciata di granella di mollica di pane tostata. Inutile dire che entrambi i primi piatti regalavano splendide sensazioni olfattive e gustative. Il gestore ci ha consigliato in abbinamento un buon bianco locale fermo e deciso, che ho trovato ideale, si tratta del Còthon Insolia Terre siciliane 2012 grado alcolico 12%, della Vinagry. Preciso subito che il locale è rinomato per la sapienza e la passione per il Cous cous a base di pesce, infatti il titolare che aveva capito le potenzialità del cliente, mi ha offerto un assaggio(?) di cous cous. Parlare di assaggio è fuori luogo, infatti la generosità del titolare Francesco e dello chef Angelo, mi hanno premiato portandomi un piatto col almeno 3 etti di cous cous, che abbiamo fatto fatica a finire in due, anzi in tre visto che la mia piccolina di quasi 2 anni se ne pappato un bel po’. Il Cous Cous è una pietanza unica che non può essere trattata con superficialità, quindi mi riprometto di darne conto più avanti in modo esauriente e dettagliato. Le varianti del Cous Cous sono diverse per condimento, oltre al pesce di pregio in zuppa, si alla versione vegetariana di sole verdure, per poi passare a quella tradizionale tunisina con carne di montone e per ultima, ma no per squisitezza, la versione di assoluta delicatezza e rarità con le lumache  (tipo grande chiamate crastuni).  Di secondo abbiamo degustato una frittura di pesce (composta da prodotti ittici del Mediterraneo) ed una grigliata di pesce che a vederla sembrava un po’ ridotta come porzione, ma credetemi, mi sono ricreduto assaporandola. Il pesce spada come il tonno, Re della tavola trapanese, faceva la sua bella presenza nel piatto. All’inizio del pasto vi viene mostrato il trancio di tonno fresco che verrà utilizzato per le preparazioni successive. Gli occhi luccicano di fronte a tanto splendore ed esplosione di colori e freschezza e profumi di mare. Alla fine del pasto ci viene proposta una discreta scelta di dessert, tra cui i mitici “cannoli” alla ricotta. Inaspettatamente ci veniva offerto un piattino con quattro biscotti (reginelle) tipici della Sicilia occidentale ricoperti di semi di sesamo e a parte ci venivano date due bottiglie di vino liquoroso da bere a piacimento ed in abbinamento ai biscotti. Uno era passito di Pantelleria da uve Zibibbo di eccellente qualità e l’altro era vino mandorlato, vero spasso per gli amanti dei vini da dessert. Un consiglio per gli amanti dei dolci tosti e gustosi: se vi trovate da quelle parti chiedete della torta “paradiso” alle mandorle. Insomma un finale esplosivo e completamente soddisfacente se non addirittura esaltante. Ce n’è di strada per andare a pranzare agli Antichi sapori, ma se vi trovate da quelle parti, fateci una capatina e poi mi direte se non avevo ragione!

Valter Stabile

 



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